IL MARATONETA, Il Prode Achille

01.05.2007 08:29 di  Redazione FV   vedi letture

Narrano le migliori antologie di Epica, ricordo di migliaia di studenti delle medie inferiori, che il prode guerriero greco Achille avesse un solo punto debole a dispetto della sua invulnerabilità di semi-dio: il tallone.
Ogni uomo ha quindi il proprio “tallone d’Achille”, che si tratti di cibo, donne, alcool, gioco, auto sportive, tutti gli esseri umani posseggono qualcosa che immancabilmente li rende più inclini alla deroga dei propri principi, della propria etica e professionalità.
In Italia, a distanza di diversi secoli dai fatti raccontati nell’ Iliade, si rivedono le gesta di un omonimo del valoroso guerriero greco, un altro Achille, che, come da copione, ha anche lui un suo punto debole, rappresentato però dalla squadra del cuore.
Dal punto di vista del lavoro, l’Achille italiano è un ottimo professionista: oltre che devoto marito, padre eccezionale nonché scrittore di successo, è un solerte esecutore d’ordini e direttive, rispettosissimo dei dettami che altri uomini al servizio del cittadino deliberano per il bene comune. Insomma, il Nostro è un uomo tutto d’un pezzo poco avvezzo all’italico vizio del compromesso.
Il prode Achille risulta essere da sempre un uomo di trincea, abituato a vivere sul campo la propria professione; amatissimo dai propri collaboratori e stimatissimo dai suoi superiori, riesce, senza usare mezzi termini e mezze parole (specie con i cittadini provenienti d’Oltremanica), a portare a termine il compito a lui assegnato. E’ in definitiva universalmente riconosciuto come il migliore nel suo campo e proprio per questo gli hanno affidato l’incarico di controllare la città più grande d’Italia.
Ma a fronte di cotanto ritratto, nessuno riesce ancora a spiegarsi come sia possibile che nel territorio di competenza dell’impavido Achille nostrano, talvolta vengano applicate “tregue” ed eccezioni alle norme varate dal potere legislativo; casualità vuole che queste deroghe si materializzino quando, tra il Nostro e i regolamenti, si frappone l’amore della squadra del cuore.
Dopo la tragica morte in servizio di un collaboratore e la conseguente posizione forte dei suoi superiori, il valoroso Achille si affretta a dichiarare “abile al servizio” il palcoscenico dove si esibisce in ambito europeo, contro lontani cugini d’Oltralpe, la sua passione sportiva. Scongiurato il pericolo di un’esibizione a porte chiuse, il passo successivo è quello di concedere una tregua ai settori più caldi occupati dai compagni di fede sportiva, che settimanalmente si esibiscono in spettacoli con insegne, labari, stendardi, torce e fumogeni come se il calendario fosse fermo al mese di gennaio dell’anno del Signore 2007.
Si rischia poi l’incidente diplomatico ed il ritiro dell’ambasciatore a seguito di incontri troppo ravvicinati di sudditi di Sua Maestà ed i collaboratori dell’Achille nostrano, tanto che l’impavido nostro connazionale si affretta a seguire la sua passione sportiva in terra d’Albione in una trasferta per obblighi di servizio che difficilmente dimenticherà.
Altrove invece (Isole comprese), dove il calendario non è fermo, ma il sistema convenzionale di misurazione del tempo è aggiornato quotidianamente ed indica il mese di maggio, gli assembramenti di diverse migliaia di persone vengono rigorosamente monitorati e controllati come da regolamento, senza che vengano concesse deroghe ed eccezioni all’esposizione di drappi, gagliardetti e pezzi di stoffa colorata.
Sotto la dolce collina di Fiesole, che non fa eccezione come la Città del Vaticano, si assiste inermi al continuo azzeramento delle regole messo in atto 300 km più a sud, si osservano in maniera ligia e pedante le indicazioni del legislatore, si subisce in un assordante silenzio di media tutto quanto fa deroga.
Senza possibilità di venire ascoltati nelle rimostranze e nelle forme civili delle proteste messe in atto, altri appassionati di calcio, diversi nei colori dell’indomito Achille, fanno di tutto per far capire che in Italia esiste sempre l’eccezione alla regola, ma inutilmente, tutto passa sotto silenzio nella totale indifferenza. Non un quotidiano, non una testata giornalistica che si scandalizzi per la solita diversità della “caput mundi”…



S.G.