Il calcio volta pagina
Tutti i tifosi che rimarranno fuori dagli stadi hanno l'obbligo morale e civile di coadiuvare la scelta governativa. Da domenica è necessario cambiare, tutti insieme.
Contro l'Udinese a porte chiuse. Lo avevamo temuto, lo avevamo preannunciato, adesso lo sappiamo. Domenica al Franchi si respirerà un'aria surreale, se vogliamo deprimente. Perché è vero quello che hanno detto tutti: lo spettacolo del calcio sono i tifosi. I cori, le coreografie, il sostegno incessante e tutto quanto ha reso la Fiesole una delle curve più belle d'Italia. Ma stavolta non ci sono scorciatoie, tantomeno deroghe. Il calcio riparte da regole ferree e, almeno per il prossimo mese, dalle porte chiuse. Mancano i tornelli e le barriere e, stando alle decisioni governative, l'assenza di entrambe le misure di sicurezza precludono qualsiasi speranza. Subito dopo il termine della riunione dell'Osservatorio sulle Manifestazioni Sportive, il presidente Manganelli aveva lasciato aperta qualche ipotesi non consegnando la lista ufficiale degli impianti non considerati a norma. Soltanto una precauzione però. Perché l'assemblea di Lega, dopo due ore infuocate come lo stesso Matarrese ha confermato, alla fine ha deciso di sposare in pieno la linea del Governo ignorando, udite udite, gli interessi economici e le evidenti perdite per le gare che verranno disputate a porte chiuse. Una lista infinita di squadre, fra Serie A e B, che si giocheranno questo turno di campionato nel più assoluto silenzio sono però il minimo che il calcio possa fare in questo momento. Mentre rimbalzano le voci della presunta confessione del minorenne autore dell'omicidio di Raciti, il baraccone riparte, ma che almeno non faccia finta di nulla. Che almeno questa volta, se può servire, abbia la moralità e la decenza di provare a cambiarsi, di provare a migliorarsi. Ecco perché il sacrificio di due partite, Torino ed Empoli, può essere chiesto a tutti gli abbonati. Fiorentini inclusi. Ecco perché domenica dovrà filare tutto liscio, a prescindere da quanti decideranno di recarsi comunque nelle vicinanze dello stadio "Franchi". Questa volta non si può fare finta di nulla, la presa di coscienza deve partire da tutti. Dai protagonisti principali, società, dirigenti, calciatori, alle isitituzioni fino allo spettacolo vero del calcio: i tifosi. Prendiamolo come un fioretto. Due gare da osservare soltanto in televisione per dare nuova linfa a un mondo, quello del calcio, ormai alla deriva. Un mese di attesa sembra tantissimo oggi, diventerà, col tempo, sempre meno. Un piccolo sacrificio, quello di tutti i tifosi viola, che di fronte a quello immenso, spropositato, dell'Ispettore Capo Raciti non conta assolutamente niente. Da domenica cambiamo pagina, facciamolo tutti insieme. Nel migliore dei modi.