EURO 2008, Sboccia la Russia di Hiddink

22.06.2008 00:32 di  Stefano Borgi   vedi letture

Ammettiamo l’ignoranza, ma una Russia di questa portata non ce l’aspettavamo proprio. In questi casi è sempre difficile stabilire la soglia dei meriti e dei demeriti ma l’Olanda è parsa tristemente giù di condizione e forse, sorpresa dal “gioco totale” (e usiamo questo temine non a caso, visto che ad inventarlo fu proprio l’Olanda di John Cruiyff negli anni 70’), messo in campo dai ragazzi di Hiddink. Sicuramente ha pagato il massiccio turn-over operato da Van Basten contro la Romania, che ha così pregiudicato il ritmo partita ai suoi titolari, spaesati di fronte a delle vere e proprie locomotive umane (i russi). A questo proposito allarghiamo il discorso. Due squadre in particolare sono ricorse al turn-over nell’ultima partita del proprio girone e sono Portogallo e Olanda. Scolari aveva cambiato 6/11 della squadra titolare lasciando in panchina Cristiano Ronaldo, Carvalho e Nuno Gomes. Sconfitta indolore contro la Svizzera e l’errata convinzione di aver risparmiato energie preziose in previsione della Germania. Il primo tempo dei portoghesi contro i tedeschi è la risposta più eclatante per gli errori di Scolari. Squadra lusitana completamente fuori partita e solo nella seconda parte della ripresa si è rivisto il vero Portogallo. Identica sorte, se non peggiore, è toccata all’Olanda di Van Basten. Il cigno di Utrecht aveva addirittura esagerato cambiando ben 9/11 per la partita anti-biscotto contro la Romania. Il risultato, però, gli dette ragione (e dette soprattutto ragione all’Italia) e sembrava avallare le scelte dell’ex pallone d’oro. A conti fatti, invece, l’Olanda ha subito per tutti i 120 minuti, dominata da una Russia (e lo diciamo con il sorriso sulle labbra…), passibile di anti-doping. Si è mostrata, insomma, completamente un’altra squadra rispetto (per esempio) alla partita contro l’Italia.

"In medio stat virtus" disse qualcuno ed aveva ragione. C’è sempre una via di mezzo e Van Basten ha dimostrato di non conoscerla. Ignoranza mista a stupore, sorpresa ed ammirazione, massimo rispetto ma non paura. Questa la ridda di sentimenti che ammanta di gloria la prova dei russi. Arshavin è il profeta di questa Russia totale, che ha fatto vedere qualcosa di nuovo o forse ha solo avuto il merito di riproporre tematiche di gioco perdute nel tempo. Bastava contare quante volte i giocatori russi sono arrivati sul fondo, quante sovrapposizioni hanno proposto gli esterni, la velocità nel ribaltare l’azione e allo stesso tempo la precisione del fraseggio e la cattiveria positiva che contrappuntava qualunque atteggiamento dei soldatini russi. Un tempo faceva furore la Russia di Lobanovsky, e anche in quel caso la caratteristica peculiare era il grande movimento, la grande offerta per il portatore di palla della squadra con scatti continui in profondità e sovrapposizioni per tutti i gusti. Alla luce della prestazione di ieri, la Russia, a nostro parere, si dimostra la vera “mina vagante” di quest’europeo e degna erede di quella del “colonnello” Valery. Per la prova di maturità basta aspettare stasera e vedere chi si prenderà l’Onere e l’onore di testare il livello e le ambizioni di questa nuova stella.