Sembrava proprio di essere tornati a quel 15 ottobre del 2000, il giorno di Fiorentina-Reggina. La giornata era piovosa (Battisti la definirebbe “Uggiosa”), il minuto più o meno il solito (il 92’), la successione dei gol e anche il risultato finale sarà lo stesso (2-1, allora per la Fiorentina oggi per la Turchia). Soprattutto è sembrata uguale la grinta, la carica, la determinazione di Fatih Terim (tecnico dei turchi) che in un attimo ci ha riportato alla seconda giornata di quel campionato quando un gol di Leandro nei minuti di recupero sancì la prima vittoria italiana dell’Imperatore.
Quella, seppur per pochi mesi, è stata la più bella Fiorentina degli ultimi anni, e ancora oggi se vogliamo identificare i due estremi entro i quali si è mossa la storia viola dal secondo scudetto a salire, ricordiamo in negativo quello di Trapattoni (imbarazzante, se rapportiamo qualità dei giocatori a disposizione e spettacolo offerto) e in positivo, appunto, quello di Terim. Il 3-3 con la Juventus a Torino, 2-0 all’Inter all’Artemio Franchi, 4-0 al Milan con un Rui Costa irripetibile, e un cammino fino alla semifinale di coppa Italia, vinta ancora contro il Milan, impreziosito da un 6-0 casalingo al Brescia e dal doppio confronto con i rossoneri che fu la sublimazione del gioco del calcio. Questo il pedegree viola di quella stagione e la Turchia di ieri sera ne ha ricalcato le orme. E’ passata in svantaggio, su un campo impossibile, più leggera fisicamente (anche in questo Terim non è cambiato, perché da sempre lui predilige attaccanti scattanti e di movimento, vedi Nuno Gomes e Leandro ai tempi), ha finito per subire per tutto il primo tempo. Nel secondo, invece, la svolta. Dagli spogliatoi rientra un’altra squadra che si lancia all’assalto degli avversari, fino all’ultima stilla di sudore, fino all’ultimo respiro. E poiché “fortuna audaces iuvat”, la deviazione di Muller sul tiro di Arda regala all’Imperatore del Bosforo una vittoria tanto insperata quanto meritata.
Accennavamo a Nuno Gomes, centravanti della Fiorentina sopracitata, autore, fra l’altro, del pareggio provvisorio contro la Reggina (parliamo sempre del 2000). Il portoghese aveva dato bella mostra di se nel pomeriggio con la sua nazionale, strapazzando per 3-1 la Repubblica ceca, guidata da un altro ex-viola, Thomas Ujfalusi. Nuno non è mai stato un goleador, e ha dovuto ancora rimandare il suo battesimo del gol in questo europeo. Nuno è un po’ come Pazzini, grande tecnica, grandissima intelligenza, scarso Killer Istinct. Ma i due assist forniti in queste prime due partite (il primo per Pepe nel vittorioso confronto con la Turchia e quello di ieri che ha propiziato il vantaggio lusitano di Deco), valgono da soli il prezzo del biglietto. Chiudiamo annotando purtroppo che è un europeo colorato di viola solo di rimbalzo. Qualche glorioso ex (Ujfalusi, Nuno Gomes, Terim appunto, ma anche il portiere austriaco Manninger ed il collega romeno Lobont), un titolare (Mutu), una riserva (Gamberini) e poco altro. Però ieri quando abbiamo visto l’Imperatore saltare come un grillo, ebbro di felicità per il gol vittoria realizzato al 92’…beh, abbiamo rivissuto il film del 2000, le stesse sensazioni, le stesse emozioni. E' mancata solo la corsa sotto la curva, e il salto dei tabelloni pubblicitari. Allora sì che l’Amarcord sarebbe stato totale…