Non può essere un caso. Potremmo sbizzarrirci con proverbi e citazioni di ogni genere ma avrebbero solo il pregio di confermare quella che sta diventando ormai una regola. Stiamo parlando della Turchia di Fatih Terim che, fedele al famoso proverbio “Non c’è due senza tre”, ha piegato la favorita Croazia ai calci di rigore dopo aver riacciuffato il pareggio al 122’. In precedenza era toccato alla Svizzera padrona di casa e alla Cecoslovacchia (doppietta di Ujfalusi e compagni che in un colpo solo perdevano partita e qualificazione), subire la dura legge della “Zona Terim”. Brevemente rinfreschiamo la memoria ai più giovani. Una delle definizioni più famose del calcio italiano è la cosiddetta “Zona Cesarini”. Le genesi di tale affermazione affonda le proprie radici nella fine degli anni 30’, quando un tal Renato Cesarini, oriundo argentino che militava nella Juventus, era uso segnare reti (non sempre decisive) nei minuti finali. Fino al gol che lo ha reso immortale, realizzato in nazionale contro l’Ungheria (fu il 3-2 di una partita tiratissima), al 90’. Da quel giorno qualunque gol e/o impresa compiuta nei minuti finali viene denominata ”…in Zona Cesarini”.
Ma torniamo al presente: l’11 giugno in quel di Basilea la Svizzera chiude in vantaggio il primo tempo con il gol di Hakan Yakin al 32’. Partita tutto sommato tranquilla fino al 57’ quando Samih Senturk (entrato nella ripresa) pareggia per la Turchia. Da quel momento fino al 92’ sarà un monologo turco con la Svizzera chiusa nella propria area fino al gol, decisivo, di Arda Turan che pone il primo mattone per la costruzione della neonata “Zona Terim”. Ma nella vita si può sempre migliorare e nella partita decisiva contro la Cecoslovacchia (15 giugno) per il passaggio ai quarti di finale (attenzione, ai cechi bastava il pareggio) Turchia sotto di due gol al 62’. Il solito Arda accorcia al 75’ ed il canovaccio si rinnova. Turchia all’arrembaggio finale e situazione rovesciata con due gol di Nyat, all’87’ e all’89’. Da 2-0 a 2-3 in quindici minuti, roba da non credere. E se "tre indizi fanno una prova" (seconda citazione, l’avevamo annunciato), torniamo all’incipit del nostro commento…”Non può essere un caso”. Croazia – Turchia 0-0 fino al 118’ quando Klasnic porta in vantaggio i croati. Sembra finita, Terim si agita come un ossesso e il miracolo prende forma. E’ il 122’, pallone buttato in area per la classica mischia della disperazione e Samih Senturk (ancora una volta subentrato a partita in corso e di nuovo decisivo), pareggia fra la disperazione (croata) ed il tripudio (turco). I rigori poi sono un dettaglio. Croazia con la testa completamente altrove e vittoria degli eroi del Bosforo per 4-2.
E’ opinione comune che l’allenatore incida sulle sorti di una squadra per il 20/30%. Ci permettiamo di confutare questa risibile percentuale di fronte a Fatih Terim. L’Imperatore è allo stesso tempo allenatore, motivatore, psicologo…in una parola è il Guru assoluto della nazionale turca e per qualche mese lo fu anche alla Fiorentina. Abbiamo già ricordato giorni fa la rimonta viola sulla Reggina (2-1) del 15 ottobre 2000. Seconda giornata di campionato, esordio al Franchi per Fatih, e vittoria agguantata in extremis con i gol di Leandro all’89’ e Nuno Gomes al 92’. Firenze conobbe sotto la pioggia la grinta, il carisma, la determinazione di Terim e fu amore a prima vista. Allo stesso modo i turchi lo adorano (ricordiamo che nel 2000 regalò la prima coppa europea alla nazione turca col Galatasaray che battè nella finale Uefa l’Arsenal, sempre ai calci di rigore), e dopo stasera sono già iniziate le pratiche per la beatificazione. Dimenticavamo…un estensione gergale del proverbio “Non c’è due senza tre” recita “…e il quattro vien da se”. La Germania, avversaria in semifinale, è avvertita.