“A calcio si gioca 11 contro 11…ma alla fine vince sempre la Germania”. Facciamo nostra una massima pronunciata da Gary Lineker, centravanti della nazionale inglese dal 1984 al 1992, all’indomani della sconfitta in semifinale a Italia 90’. Finì ai rigori, dopo una sfida accesissima tra Inghilterra e Germania, ma il finale fu quello previsto, ineluttabile, vinse la Germania che poi (per non farsi mancare nulla) vinse anche il mondiale. Ieri sera si è disputato il primo quarto di finale di Euro 2008 tra Portogallo e Germania con i lusitani dati in grande spolvero, e tedeschi favoriti per blasone più che per reale convinzione. Il 3-2 finale per i teutonici non fa una piega. Splendido il primo tempo della squadra di Joaqim Low (relegato in tribuna dalla squalifica rimediata contro l’Austria), giocato a gran ritmo, fatto di un pressing asfissiante e triangolazioni veloci. Da manuale il primo gol di Schweinsteiger, realizzato in spaccata su cross radente di Podolski dalla sinistra (altra bella prova per la riserva di Toni al Bayern Monaco). Grosse responsabilità del portiere portoghese Ricardo sulle altre due reti (Klose e Ballack), ma questo niente toglie alla legittimità del risultato. Il Portogallo da parte sua ha pagato la scarsa vena di Cristiano Ronaldo (non è che siamo in presenza del solito campioncino da amichevole?) e l’endemica ritrosia a fare quel salto di qualità che la renderebbe una nazionale, oltre che godibile esteticamente, anche pratica e vincente.
Ma torniamo all’aforisma di Lineker. Questo signore dal pedegree prestigioso (48 reti in 80 partite con l’Inghilterra ed un titolo di capocannoniere con 6 gol a Messico 86’), ci aveva visto lungo perché la Germania ha continuato a vincere anche in seguito, come già stava facendo da parecchi anni. Ripercorriamo brevemente le sue performance mondiali ed europee e scopriremo di essere di fronte ad una vera e propria squadra dei record. I tedeschi vantano tre titoli mondiali, conquistati nel 1954 in Svizzera (battuta la grande Ungheria di Puskas e Hideguti), nel 1974 (conquistato in casa, nella finale contro l’Olanda di Cruiyff) e nel 90’ a Roma contro l’Argentina, dove un rigore (inesistente) del mancino dell’Inter Andreas Brehme decise una delle finali più deludenti della storia. A corredo di tutto questo la Germania mette sul piatto: finalista a Inghilterra 66’, Spagna 82’, Messico 86’, e Corea 2002. Terza classificata a Messico 70’, e Germania 2006, eliminata nei quarti di finale in Argentina nel 78’, negli USA nel 94’, ed a Francia 98’. La musica non cambia per quanto riguarda gli Europei. Tre vittorie anche quà (1972, 1980 e 1996), finalista nel 76’ e nel 92’, terza nell’88. Un cammino spaventoso che ci regala una certezza. La Germania c’è, sempre e comunque, non stupisce ma non fallisce mai gli appuntamenti internazionali, magari non vince ogni volta come diceva Lineker, ma perde raramente. Chissà che poi non possiamo ritrovarcela in finale. Il tabellone direbbe questo, ora tocca all’Italia…