"AMARCORD", Va in scena la "prima" del puntero, Daniel Bertoni.

Fu uno dei primi stranieri arrivati in Italia alla riapertura delle frontiere. Venne da Campione del mondo, titolo conquistato con l'Argentina nel 1978, e divenne un idolo dei tifosi viola, da sempre sensibili al fascino del "genio e sregolatezza..."
29.09.2007 01:34 di  Stefano Borgi   vedi letture
Fonte: Stefano Borgi per FV
E’ il 71°, punizione dal limite dell’area per la Fiorentina, sul pallone si presenta il “Puntero”, al secolo Daniel Ricardo Bertoni. Nessuna esitazione per lui, siamo sotto la Curva Fiesole e quella è la sua mattonella. Dall’altra parte della barriera il portiere del Catanzaro, tale Zaninelli, barba folta ed espressione spaurita, propria di chi sa che sta andando incontro al proprio destino, impietoso, ineluttabile. E fedele a quel senso di rassegnazione, l’estremo difensore calabrese rimarrà immobile, superato dalla sfera telecomandata dal piede fatato dell’argentino Campione del mondo, che s’infila perfida nell’angolo alto alla sua destra, imprendibile, irraggiungibile. Fiorentina 1 Catanzaro 0. Poco importa se un quarto d’ora più tardi ancora un carneade (De Giorgis) pareggerà le sorti per i calabresi con un colpo di testa ben assestato; quel giorno, sotto la torre di Maratona, si era manifestato uno degl’idoli più amati dal popolo viola che, dobbiamo dirlo, raccolse di più di quanto seminò. 
 
Ma andiamo per gradi. La vita del cronista è spesso impervia, e ancor di più quella dello statistico, dedito alla ricerca di un “gancio” che permetta di scrivere un articolo celebrativo di un confronto, piuttosto che di una data o di un calciatore. Ebbene si lo ammettiamo, siamo stati in difficoltà nel trovare un motivo d’interesse che rendesse credibile quest’Amarcord, appuntamento che (ci scuserete l’autocitazione) i lettori di Firenzeviola hanno dimostrato nei mesi di gradire particolarmente. I precedenti all’Ardenza certo non inducevano a qualsivoglia rivisitazione statistica (4 sconfitte negli ultimi 4 confronti, 7 gol subiti, nessuno realizzato); di contro non ricordavamo nessuna partita di particolare interesse disputata in data 29 settembre, almeno negli ultimi 30 anni, che è poi il range nel quale ama muoversi il vostro cronista. Ci viene allora in aiuto Prandelli, che ieri in conferenza stampa comunica alla folla che Mutu non è convocato per Livorno ed al suo posto giocherà l’argentino Osvaldo (che di nome fa Pablo DANIEL). Le ultime indiscrezioni poi, ci danno per titolare Santana in un modulo 4-3-3, con i due argentini a supporto di Pazzini prima punta. Ultimo elemento che ci fa propendere per il tema di questo amarcord, la nostra memoria storica (ed in verità anche lo sfogliare distrattamente qualche almanacco) che ci rivela il 28 settembre del 1980 come la data nella quale il Daniel Bertoni di cui sopra realizza il primo dei suoi 27 gol in maglia viola in 95 partite complessive.
 
Beh…facciamo subito outing ammettendo il giorno di differenza fra la data odierna e quella della ricorrenza (29 settembre contro il 28 di ventisette anni fa), ma le coincidenze che abbiamo citato poco fa (i due argentini di Prandelli, fra l’altro, giocheranno esterni, il ruolo appunto di Bertoni, e Santana è stato più volte accostato per caratteristiche fisiche e tecniche proprio al “Puntero”), ci autorizzano a cavalcare questa piccola licenza cronologica. Tornando a quel pomeriggio, era la prima Fiorentina dei Pontello, proprietà dalla grandi ambizioni, che di lì a poco avrebbero costruito una squadra che solo squallide manovre di palazzo avrebbero privato del terzo scudetto, un traguardo ancora oggi inseguito.
Era la terza d'andata, i gigliati venivano da due vittorie in altrettante giornate e dopo una prima metà balbettante (ci fu anche il cambio d'allenatore, da Carosi a De Sisti), termineranno il campionato con un onorevole quinto posto. Quell’anno Bertoni disputò 25 partite realizzando 4 reti, sinceramente poche per un giocatore della sua classe, capace di giocate mirabolanti come d’interi quarti d’ora passati all’ombra, sotto la pensilina della tribuna d’onore. E poche anche le tre stagioni passate in riva all’Arno, dopo le quali si trasferirà a Napoli, a fianco del primo Maradona partenopeo, per chiudere la carriera (era il 1987), nell'Udinese. 
 
Oggi si gioca la sesta giornata e la Fiorentina, come quasi 30 anni fa, sta studiando da grande squadra. Prendete, quindi, questo tuffo nel passato come un augurio per i due argentini in campo stasera, per una squadra e/o società lanciate verso non meglio identificati sogni di gloria, e come viatico per sfatare finalmente il tabù di Livorno. E allora avanti viola…Vamos a ganar!