"AMARCORD", A Cesena, nel 1989, l'Italia del calcio scoprì il Roby nazionale
L'esordio era avvenuto il 16 novembre 1988, alle 14 e 30 di un mercoledì, orario insolito per la Nazionale. L'avversario, prestigioso seppur in un contesto amichevole, era l'Olanda di Rijkaard, Van Basten, e di Rambo Koeman. Il risultato fu di 1-0 per l'Italia, e già da quel giorno, seppur griffato da un numero undici che non gli rendeva giustizia (il 10 era di Giannini, si giocava a Roma, ed un pò di geopolitica non guasta), Roberto Baggio fece intravedere sprazzi di pura classe. Quasi un anno dopo, sempre di mercoledì e sempre in gara amichevole, a Cesena arriva la Bulgaria che farà da testimone involontaria all'esplosione in maglia azzurra del "divin codino". Roberto era al suo 4° gettone di presenza e qualche mese prima, il 22 aprile a Verona contro l'Uruguay, il numero 10 viola aveva realizzato la sua prima rete in nazionale. Al Dino Manuzzi Baggio scese in campo con la maglia numero 7, fin da subito trovò un'intesa spontanea con Gianluca Vialli e fu addirittura il fuoriclasse sampdoriano a fornirgli l'assist per il secondo gol della partita, dopo che il primo era stato realizzato, su rigore, ancora da Baggio. Percussione centrale, scarico sulla destra per l'accorrente Roby, che con naturalezza disarmante ipnotizza il portiere, lo dribbla con la leggerezza di una farfalla e deposita nella rete sguarnita.
In quel momento l'Italia calcistica intera si accorse del talento sconfinato di Roberto Baggio. Non era servita, infatti, una stagione fantastica vissuta in maglia viola, quella 88-89 sotto la guida di Eriksson, nella quale realizzò 15 gol inaugurando la fortunata B2 con Stefano Borgonovo, anche lui in rampa di lancio nel club Italia. E non era servita la prodezza di tre giorni prima quando al "San Paolo", sotto gli occhi di Maradona, aveva ridicolizzato l'intera difesa Napoletana realizzando un gol degno del "Pibe de Oro" di Mexico 86'. Quella sera Baggio mise tutti d'accordo e, purtroppo, la sua mirabolante prestazione dette anche il là all'interessamento fatale della Juventus. "Il piccolo Buddha" replicherà ai mondiali di Usa 94', nella semifinale del Giant's stadium di New York sempre contro la Bulgaria, con un altro gol meraviglioso che schiuse le porte della finale mondiale agli azzurri di Arrigo Sacchi. Stasera a Sofia potrebbe toccare a Riccardo Montolivo rinverdire le gesta del ragazzo di Caldogno. Nessun paragone, per carità, ma per il talento di Caravaggio, chiamato a raccogliere l'eredità dei grandi numeri 10 viola, è un'occasione da non perdere.