PRES. CONI TOSCANA A FV, TOKYO 2021? SIAMO IN GUERRA. IN A NON CI SI ALLENI: RIPARTIAMO INSIEME

24.03.2020 16:00 di  Dimitri Conti  Twitter:    vedi letture
PRES. CONI TOSCANA A FV, TOKYO 2021? SIAMO IN GUERRA. IN A NON CI SI ALLENI: RIPARTIAMO INSIEME
FirenzeViola.it
© foto di Antonio Vitiello

Come noto, nelle scorse ore è arrivato l'annuncio ufficiale: le Olimpiadi di Tokyo, in programma per quest'estate, sono state rinviate all'anno prossimo a causa dell'emergenza ormai mondiale data dalla capillare diffusione del Coronavirus. Per approfondire il tema, ed anche buttare un occhio specifico sul calcio, la redazione di FirenzeViola.it ha contattato in esclusiva Salvatore Sanzo, ex schermidore ed oggi presidente della sezione Toscana del CONI.

Alla fine le Olimpiadi sono state rinviate: se lo aspettava?
"Inevitabile, la salute è al primo posto. Si tratta di una decisione che condivido, è tempestiva e arriva dentro un problema ben più grande. Le Olimpiadi vanno godute, come si deve. Da ex atleta, ovviamente, mi metto anche nei panni degli atleti, e non deve essere facile vedersi prorogare tutto a 3 mesi di distanza".

Si ferma un evento che solo le guerre avevano bloccato.
"Siamo in una guerra, e il nostro compito ora è solo di rimanere chiusi in casa, e rispettare tutti coloro che ci stanno intorno: d'altronde i bollettini raccontano di migliaia di morti, è come se fosse una guerra. La decisione è stata immediata, e abbiamo riscontrato buonsenso da parte del Comitato ma anche del Giappone stesso".

Lei è stato atleta olimpico: cosa dirà ai ragazzi per risollevarli dalla delusione?
"Eh... So che è dura. Gli atleti però, quelli toscani che conosco almeno, sono tutti ragazzi intelligenti e capiranno. Loro stessi poi non si sono allenati al meglio nell'ultimo periodo. Per dire: io faccio parte anche della federazione di canoa, e pure lì sono state cancellate gare e manifestazioni varie. Disputare le Olimpiadi quest'estate non sarebbe stato giusto".

Passando al calcio, da osservatore esterno le è sembrato muoversi tardi?
"Forse sì, ma non era facile. La consapevolezza della pandemia non era arrivata a tutti subito, è emersa la gravità nelle ultime due settimane. Noi stessi abbiamo lavorato regolarmente fino al 10 marzo, prima di rendercene conto. Certo che vedere quegli stadi vuoti era abbastanza brutto... L'unica cosa è che non voglio sentire parlare di allenamenti sì o allenamenti no: si ripartirà tutti insieme. Il calcio perderà diversi soldi, ma del resto è comune a tutto il paese".

A proposito di soldi, cosa ne pensa dell'idea di decurtare gli ingaggi ai calciatori?
"Si entra in una sfera complicata, perché quando parliamo dei giocatori pensiamo subito a Ronaldo o Messi, ma esistono anche realtà più piccole per le quali perdere una parte di quei soldi fa tutta la differenza del mondo. Ovvio che tutta questa situazione non dipenda da loro... Non mi piace fare il populista, so che tanti giocatori guadagnano cifre elevate, ma è vero anche che in molti hanno già fatto donazioni. Credo che ci sarà una trattativa: il punto è che mi auguro che, come dice il Governo, una volta finito tutto il lavoro sia garantito".