GIOVANI, Juve e Fiorentina, strade diverse ma parallele

31.07.2007 17:37 di  Marco Conterio   vedi letture

Nocerino al Piacenza. Palladino al Livorno. Marchisio all'Empoli. Paolucci all'Ascoli. De Ceglie al Siena. Sono solo alcuni dei tanti esempi che si possono fare per capire la diversa gestione dei giovani che intercorre tra due tra le maggiori società italiane: Juventus e Fiorentina. Bianconeri e viola nelle ultime stagioni sono state (per motivi diversi) tra le compagini a puntare più delle altre sui ragazzi di belle speranze, ma con strategie completamente opposte. La Juve infatti ha sempre preferito mandare i propri giovani a farsi le ossa in categorie minori, o in piccole realtà della massima serie. E spesso, ha avuto ragione. Quello di Nocerino è giustappunto l'ultimo esempio di una lunga lista di fiori sbocciati lontani dalla gonna della Vecchia Signora.

Ciò non toglie che anche il metodo antitetico possa però dare i suoi frutti. L'esempio migliore, tra le grandi, è senza dubbio quello della Fiorentina. Montolivo è stato fatto crescere all'ombra di mediani ben più esperti, dai quali ha carpito insegnamenti, sia a livello tattico, sia umano. Pazzini ha fatto lo stesso e, visto che l'esame "in casa" è stato superato, a detta di Prandelli, le chiavi dell'attacco viola saranno nelle mani del centravanti di Pescia nella Fiorentina che verrà. E così via, Kuzmanovic, Lupoli, Hable e compagni, tutti pronti ad assorbire nozioni da chi più di loro ha vissuto e calcato le grandi platee.



Quale la strada migliore dunque? Farsi le ossa in piccole realtà, rischiando però di fallire il grande esame al primo anno in una piazza importante, o crescere come pianticelle all'ombra di campioni dal valore assoluto, col rischio però che la voglia di giocare prenda il sopravvento sulla pazienza di aspettare?

Sinora entrambe le squadre, Juventus e Fiorentina, hanno avuto ragione. Palladino e Montolivo sono gli esempi principe di una filosofia giovane, intraprendente ma allo stesso tempo ambiziosa. Che molte altre squadre potrebbero seguire, anziché trasformarsi in vere e proprie "internazionali"...