BRAIDA A FV, NESSUN CONTATTO COI VIOLA, MA COMMISSO MI PIACE. FFP: COSÌ VA MEGLIO
"Per riuscire a capire la situazione bisogna tenere conto di tre aspetti: quello sanitario, quello economico e poi quello tecnico. Ma è molto complicato tirare fuori qualcosa di concreto, la soluzione è aspettare di vedere come si sviluppa il virus". Comincia così Ariedo Braida, noto ex dirigente di Milan e Barcellona, intervistato da FirenzeViola.it per fare un punto sul pallone e sull'Italia alla prova del coronavirus.
Direttore, come andrà avanti il calcio?
"È un ragionamento molto complesso da fare. Il calcio dovrà sopravvivere, esattamente come tutte le altre attività imprenditoriali. L'emergenza sanitaria è primaria, chiaro che però bisogna pensare anche all'aspetto economico. In ogni caso ci vorrà molto tempo prima di trovare una soluzione. Per il momento è troppo difficile dare una risposta a questa domanda".
Il mercato, però, rischia di cambiare totalmente. Inciderà anche sui prezzi di giocatori come Chiesa?
"Questo è inevitabile. I prezzi del mercato sono schizzati quando sono arrivati i soldi dei diritti televisivi: quando il calcio inglese ha potuto offrire il triplo rispetto al resto del mondo, il valore dei cartellini si è impennato. È una questione di mercato: cambierà la domanda e quindi anche l'offerta. Bisognerà tenere conto anche di quelle società che potrebbero fallire. Non so se succederà come in Germania, che i calciatori dei top club hanno versato i soldi per le squadre minori, ma nel caso falliscano dei club ci saranno giocatori a spasso. E questo cambierà ulteriormente i prezzi".
Passando a temi di casa Fiorentina, cosa ne pensa di Commisso?
"Lo vedo in maniera estremamente positiva. L'ho salutato una sera prima della partita che la Fiorentina ha giocato contro l'Inter, me l'ha presentato Joe Barone. Ho una conoscenza solo da quello che leggo in giro, ma mi pare proprio che abbia la volontà di portare a Firenze quello che lui è riuscito a realizzare nella sua vita e nel suo lavoro. La Fiorentina sta provando a fare cose positive, anche se si paga sempre il periodo iniziale soprattutto se si viene da fuori. Ha portato la cultura americana, calvinista, che bisogna darsi da fare e fare le cose fatte bene. È una questione di cultura, anche se per me non bisogna solo tenere conto dei quattrini. Nella vita ci sono tanti altri valori: non deve prevalere il Dio Denaro. Ma c'è un'altra cosa da sottolineare".
Quale?
"Che se tu vuoi far funzionare un'azienda non devi pensare all'assistenzialismo. Devi creare posti di lavoro e ricchezza attraverso il lavoro. Commisso ha portato denari, ha preso una bellissima realtà e sono convinto che riuscirà a farla funzionare. La struttura però è fondamentale per avere risultati a lungo termine, basti vedere Inter e Juventus. Tu puoi essere bravissimo, ma devi creare una realtà duratura altrimenti si tratta solo di miracoli".
Lei è stato mai vicino alla Fiorentina di Commisso, come qualcuno sussurrava?
"Assolutamente no. Io in passato sono solo stato vicino alla Sampdoria, poi andai al Barcellona".
Passando invece al Fair-Play Finanziario, il fatto che la Uefa voglia lasciare più spazio di manovra può essere un vantaggio per la Fiorentina?
"È assolutamente un vantaggio. E lo trovo giusto: perché i nuovi investitori non possono portare denaro? È sbagliato il concetto. Se tu mi impedisci di investire, io non crescerò mai. Mi sembra talmente logico… Il problema è che il discorso è complicato e legato al mercato. Però è gestito male, punto".