AD LUCCHESE A RFV: "Viola al Porta Elisa? Mai parlato con ACF: ipotesi complicata. Italiano ha un futuro radioso"

10.01.2024 16:26 di  Ludovico Mauro  Twitter:    vedi letture
AD LUCCHESE A RFV: "Viola al Porta Elisa? Mai parlato con ACF: ipotesi complicata. Italiano ha un futuro radioso"
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© foto di Luigi Gasia/TuttoLegaPro.com

Nei giorni scorsi era stato menzionato anche il Porta Elisa (LEGGI QUA) tra gli stadi che potessero ospitare la Fiorentina mentre il Franchi osserverà i lavori di restyling. Ipotesi prontamente smentita dal Comune di Lucca, nelle vesti dell'Assessore allo Sport Fabio Barsanti, ma che Radio FirenzeViola ha voluto approfondire in esclusiva con Ray Lo Faso, amministratore delegato della Lucchese: “Noi abbiamo acquisito la Lucchese l'anno scorso ed esisteva già un progetto presentato in Comune. Quando siamo arrivati c’erano talmente tante priorità che il nostro è stato un po’ un salvataggio per la società, più che una vera acquisizione. Il tema stadio non era così stringente visto che la stagione iniziava poco dopo - siamo arrivati a marzo, abbiamo concluso la stagione e poi cominciava la successiva -. Ci siamo preoccupati prima di rendere fruibile il Porta Elisa, aumentandone la capienza. Poi, successivamente e tuttora, ci siamo concentrati sul progetto che era stato presentato in Comune: c’è un’interlocuzione costante sia col Comune che con la società che ha presentato il progetto (Aurora Immobiliare, ndr). Stiamo cercando un’intesa con questa società per poter procedere di pari passo con il tema stadio, e siamo all’ultimo miglio”. 

Si tratta quindi di ammodernare il Porta Elisa, più che tirar su un vero e proprio impianto.
“In questa fase stiamo valutando se dare un avallo all’attuale progetto presentato in Comune facendo un nuovo accordo con questa società. Non c’è niente di ufficiale ma siamo agli sgoccioli di questa fase, anche perché prima dovevamo capire bene la logica di questo progetto, per poi lavorare su un nuovo accordo”.

Ma c’è mai stato un contatto tra voi e la Fiorentina? 
“Onestamente no, tra noi e la Fiorentina non c’è stato alcun contatto diretto in merito allo stadio. Non so se l’hanno avuto col Comune, ma di certo non con noi”. 

Ma, detto che il Comune stesso ha già chiuso ogni possibile spiraglio, c’è un’ipotetica eventualità che la Fiorentina sbarchi a Lucca? 
“Oggi dobbiamo essere realisti, il Porta Elisa ha molti problemi. Intanto dobbiamo trovare una soluzione per i tifosi della Lucchese e per il suo futuro, e non sono positivo da questo punto di vista. Poi, se un giorno dovesse presentarsi quest’occasione, non saremo noi ad ostacolare un arrivo della Fiorentina al Porta Elisa. Ad oggi però la vedo complicata, perché lo stadio ha una serie di problematiche che abbiamo parzialmente risolto quest’anno, riuscendo ad ottenere l’agibilità e ad ampliare la capienza. Ma si tratta di autorizzazioni che scadono a giugno, per cui abbiamo tempo fino a giugno per mettere in campo tutte le procedure che dovrebbero portare all’approvazione del progetto, il quale ci consentirebbe di guardare al futuro con maggior serenità. In questo contesto, vedere la Fiorentina che viene a giocare al Porta Elisa è una cosa complicata da attuare”.

Chiarita la situazione stadio, è bene ricordare che avete avuto modo di lavorare con Vincenzo Italiano ai tempi del Trapani - il mister viola è tuttora legato da una forte amicizia con Andrea Bulgarella, ora presidente della Lucchese e all'epoca di quel Trapani -.
“I risultati di Italiano a Firenze sono strepitosi. Faccio fatica, sento e leggo delle critiche da parte dei tifosi, ma dal mio punto di vista i risultati sono eccellenti e strepitosi. Il presidente Bulgarella ha avuto Italiano come calciatore nel suo Trapani, lo conosce bene e quel modo di interpretare il calcio, cioè aggressivo, propositivo, ci ha portati poi a scegliere Gorgone, il nostro attuale allenatore. Ma Italiano oggi, per me, è uno dei migliori allenatori in circolazione ed è destinato ad una carriera radiosa”. 

Quindi, l'ha anche detto pubblicamente, in Gorgone ha rivisto il calcio di Italiano. Fattore che vi ha spinto a scegliere l'allenatore. 
“Assolutamente sì, ognuno poi ha le sue particolarità. Ma quell’idea di gioco, di andare a proporre su ogni campo facendo la partita, è una caratteristica che sicuramente li accomuna”. 

Avendolo conosciuto quando era ancora agli albori della sua carriera da allenatore, cosa ricorda dell’Italiano di Trapani? E si aspettava questa sua escalation? 
“Me l’aspettavo, perché qui a Trapani vinse un campionato tra mille difficoltà e non a caso da quel Trapani uscirono giocatori molto importanti che sono ancora in Serie A, come Nzola. La cosa che ti colpiva dell’allenatore era l’assoluta abnegazione, la cultura del lavoro, essere molto pignolo. Era una cosa che mi piaceva molto di lui”.