TRAPATTONI, Il goal di Rui a Valencia era regolare
"Vorrei che l'Irlanda diventasse come la mia Inter. Ricordate? Non avevo undici campioni. Ma quella squadra vinceva tutto perché aveva più fame di qualsiasi avversario. Se poi aggiungessimo all'Inter di Matthäus la mentalità del mio Bayern, allora avrei una nazionale perfetta". Giovanni Trapattoni è pronto a vivere l'ennesimo debutto della sua carriera infinita. Non sembra emozionato. Piuttosto, incuriosito. "Avverto molta simpatia da parte del pianeta-Irlanda. Mi chiamano tutti Giovanni. E a tutti ripeto che mi chiamo Giovanni, non San Giovanni. Non faccio miracoli. Questo è un girone complicato. L'Italia è fuori categoria, non c'è la squadra cenerentola. Anche Cipro e Montenegro possono qualificarsi. Non possiamo regalare neppure un punto".Georgia-Irlanda è Cuper contro Trapattoni. "Con Hector sono in credito. Ai tempi di Valencia-Fiorentina fu annullato un gol valido a Rui Costa. Anni dopo Cuper mi ha confessato che avevo ragione. La rete era buona". Cuper ritiene che si doveva giocare a Tbilisi. "Ha deciso la Fifa. La Georgia è guerra, nessuno era in grado di garantire la sicurezza a calciatori, dirigenti, tifosi. Ma l'Irlanda non ha operato nessuna pressione per giocare in campo neutro. Non siamo così insensibili". Firmerebbe per iniziare il torneo con un pareggio? "Da allenatore sì. Ma gli allenatori sono tutti bugiardi. Dicono che un punto va bene, ma nella loro testa sono convinti di conquistarne tre". Il Times ha scritto che la serie A è il campionato dei bolliti.
"Ho letto. E mi sono arrabbiato. Noi, "i bolliti", abbiamo vinto l'ultimo Mondiale; loro, quelli bravi, non si sono qualificati per gli Europei". Il passaggio sulla panchina azzurra da Donadoni, a Lippi ha lasciato qualche polemica. "Forse Donadoni avrebbe meritato qualcosa in più. Ma non voglio entrate in questo dibattito".
C'è un po' di emozione in questo debutto? "Ormai ho i capelli bianchi. Più che emozione c'è voglia di far bene. Tanti mi chiedono perché continuo ad allenare. Andrò avanti fino a quando mi divertirò come mi sto divertendo adesso".
Dopo l'Irlanda ha già in mente altre nuove avventure calcistiche? "Il mio motto è carpe diem. Vedremo dopo i Mondiali. Di sicuro non tornerò a lavorare in Italia. Nel mio Paese ho già vinto tutto quello che dovevo vincere". Il Trap è pronto. In conferenza stampa strappa anche un risata collettiva quando un collega inglese gli chiede un giudizio su Roberto Mancini e Roberto Donadoni. "Scusa, ma cosa penseresti se io ti chiedessi di esprimere giudizi sui tuoi colleghi giornalisti?". Poi, comunque, risponde. Scatenando un'altra risata. "Sono bravi. Ma in Italia è dura. C'è pressione. Se le cose non vanno subito bene sono "pum", "pum", "pum"". Mimando tre fucilate. San Giovanni è pronto a fare un altro miracolo.
Giovanni Trapattoni, 69 anni, c.t. dell'Irlanda dallo scorso maggio