FirenzeViola

Le tre 'decisioni drastiche' di Vanoli: fascia, sistema e uomini

Le tre 'decisioni drastiche' di Vanoli: fascia, sistema e uominiFirenzeViola.it
© foto di Federico De Luca 2025
Oggi alle 10:00Copertina
di Alessandro Di Nardo

Alle parole del Ds Roberto Goretti post- Sassuolo-Fiorentina ("Serviranno decisioni drastiche") sono seguiti i fatti. Solo che in mezzo ci sono state due sconfitte che hanno compromesso ancor di più una stagione fino a ieri maledetta (quella col Verona soprattutto, ma anche la non-prestazione di Losanna). Chissà se il tardi sarà meglio del mai in questo caso, fatto sta che lo scossone è arrivato, dalla panchina. Alle parole di Goretti aveva fatto il coro lo stesso Paolo Vanoli: "Adesso devo stravolgere qualcosa". Detto, fatto: la Fiorentina vista contro l'Udinese è parsa diversa, non solo per atteggiamento e (ovviamente) risultato, ma anche per alcuni aspetti.

La fascia
Il più evidente riguarda un oggetto che ha fatto parecchio discutere nelle ultime settimana: perché la fascia da capitano non è solo un pezzo di stoffa, in un mondo come quello del calcio in cui spesso l'immaginario diventa concreto, è un simbolo che porta onori ma soprattutto oneri. E per tanti, quella fascia sul braccio di Luca Ranieri stonava, o comunque pesava troppo. Per questo Paolo Vanoli, che appena arrivato aveva spiegato che lo avrebbe confermato capitano, ha deciso di tornare sui suoi passi, di spiegare al classe '99 il motivo della scelta, anche per deresponsabilizzarlo. Una decisione tecnica, fa sapere il club. Il tutto avviene per giunta pochi giorni prima dell'arrivo di un dirigente di spessore internazionale, Fabio Paratici, con la sensazione che questa possa essere la prima mossa del 'profilo forte' che la società cercava. In ogni caso, lo stesso Ranieri ha accettato di buon grado: non è una punizione, bensì il tentativo di 'alleggerire' uno dei calciatori che sente maggiormente la responsabilità del momento. E, allo stesso tempo, la scelta di affidarla a David De Gea, il più anziano del gruppo (Edin Dzeko a parte, in questo momento più totem simbolico che calciatore), sta a significare qualcos'altro. Nonostante i tanti rumors, gli errori, le critiche, De Gea non si tocca, dalle sue mani passano le speranze di salvezza di questo gruppo.

Nuovo vestito
Poi c'è l'assetto. La Fiorentina ha cambiato per la prima volta vestito tattico. E Vanoli ha dovuto forzare la silhouette viola in un tubino che non si confà molto a questa rosa. Perché questo è un gruppo squadra pensato per una sola impostazione tattica, quella che prevede la difesa a tre e due esterni a tutta fascia. C'era la necessità di stravolgere però, come detto. Non negli uomini, ma nel sistema appunto. Perché la distinta di Fiorentina-Udinese lasciava pensare a un altro tentativo con la difesa a tre, è l'interpretazione dei ruoli che ha fatto la differenza, non i numerini che ci divertiamo a mettere sui campetti. Perché la differenza tra 4-4-1-1, 4-3-2-1, 4-3-3 - in queste ore tutti hanno fatto la tombola per capire quale fosse il nuovo codice pin della Viola - sta tutta lì, nell'interpretazione. Un'impostazione diversa, con due giocatori di fascia sui due lati. E quindi sovrapposizioni, gioco di catene laterali venuto molto bene soprattutto a destra, con Dodo e Parisi. E cross, da cui nasce ad esempio il 3-0 di Cher Ndour. Un nuovo inizio, anche se per questo tipo di gioco, è ovvio, servirà una mini-rivoluzione invernale. In panchina ieri la Fiorentina aveva due giocatori di fascia, Kouadio e Kouamé, non possono essere queste le alternative per una squadra che vuole risalire la classifica.

Scelte pesanti
Simboli, assetto. E poi uomini. Intesi come protagonisti in campo. Anche qui Vanoli ha applicato un cambiamento importate, in discontinuità col suo predecessore. Stefano Pioli infatti aveva consegnato le chiavi del centrocampo ad Hans Nicolussi Caviglia, mettendo da parte Nicolò Fagioli. Una decisione soprattutto tattica, ribaltata dal tecnico di Varese. Adesso c'è il numero quarantaquattro, tra i migliori ieri ma anche anche nella sconfitta interna di settimana scorsa col Verona, al centro dell'ecosistema viola. Fagioli dà proprio l'impressione di essere un ragazzo che va messo al centro di tutto, delle attenzioni (quelle giuste, delicate), e del campo. In un mese e mezzo di gestione tecnica che rimane comunque negativa, Vanoli ha per adesso un unico grande merito: aver ritrovato il Fagioli migliore, probabilmente la sua miglior versione da due anni a questa parte.