MONTELLA, DV9 una mia creatura. Non all'altezza...
L'ex allenatore della Fiorentina Vincenzo Montella, attuale tecnico dell'Adana Demirspor (club turco) ha parlato questa sera nel corso della trasmissione Zona mista in onda su Rtv38, soffermandosi sui suoi ricordi viola e sull'attualità della squadra di Italiano. Ecco le sue parole: "Sono contento di come sta andando questo mio percorso, è stata una sfida rischiosa ma la scelta è stata vincente: ho trovato una squadra con pochi punti ma oggi le aspettative sono diverse rispetto a quando sono partito. I miei ricordi a Firenze? I primi tre anni sono stati straordinari, ricordo che quando arrivai non c'era praticamente squadra... ma poi furono fatte delle scelte vincenti, fu creato un centrocampo insolito e soprattutto fu data un'impronta offensiva alla squadra. Peccato non aver vinto nulla, ma ci siamo avvicinati molto. Il mio ritorno nel 2019? Si potrebbero dire tante cose... la nuova proprietà forse doveva conoscere meglio l'ambiente e non era facile programmare: nemmeno io però sono stato all'altezza di gestire la situazione ma ancora oggi ho tanta simpatia verso l'attuale proprietà, con Barone mi sento spesso. Mi piacerebbe poter parlare con il presidente ma per me non è cambiato nulla. I primi ricordi di Borja Valero? Aveva una grande intelligenza calcistica... anche se in allenamento non mi entusiasmava, speravo che in partita fosse diverso (ride, ndr). Lui però era sempre presente in campo. Il mio arrivo in Turchia? Non è stato facile ma ho giocatori abbastanza esperti. Balotelli riesce a incidere ancora oggi e ha agevolato il mio approccio a questo calcio. Le differenze tra Roma e Firenze? Firenze è una piazza esigente, è abituata da secoli al bello come Roma... tutti lo vorrebbero subito ma non è facile, specie per i giovani: ci vuole gradualità. Il calo di Castrovilli? Ero molto contento delle sue prestazioni, può fare la mezzala di inserimento e sa cucire il gioco. Sono convinto che un giocatore possa avere degli alti e bassi ma poi il talento venga fuori...
L'addio di Vlahovic e l'arrivo di Piatek? Apprezzo molto il gioco di Italiano, dà coraggio alle proprie squadre: lo seguo da quando ha iniziato ad allenare: quando sai giocare a calcio, puoi fare a meno anche di un giocatore. Piatek e Vlahovic sono giocatori molto diversi, con Dusan ho cercato di gestire la sua crescita... spesso Firenze non ti dà il tempo di crescere. Ma ritengo Vlahovic una mia creatura. Piatek è un giocatore diverso, magari per 70' non lo vedi e poi ti fa gol quando meno te lo aspetti. Quandi si vedrà Cabral? Il campionato italiano non è come gli altri, alcuni giocatori si devono abituare, Piatek di sicuro è abituato perché ha già giocato in Italia. Il rendimento di Torreira? Quando è arrivato a Firenze Torreira ho detto "Finalmente è arrivato il regista che chiedevo!" poi però mi sono accorto che non ero io l'allenatore della Fiorentina. Gli esterni della Fiorentina? Tutti i giovani avevano qualità: Sottil ha talento, se riesce ad avere continuità potrà arrivare ad alti livelli. Gonzalez mi piace molto, è esplosivo e dà profondità. Le difficoltà di Amrabat? Forse ha delle caratteristiche che non si confanno in un centrocampo a tre ma a Spezia ha parte l'errore sull'1-1 ha fatto bene. Balotelli in Nazionale? Mancini non ha bisogno di consigli: Mario è in ottima condizone ma l'Italia ha ottimi giovani. Il giocatore italiano più forte? Dico Raspadori, Scamacca, Locatelli e Pellegrini dell Roma... ci sono giocatori importanti. La Fiorentina può arrivare in Europa League? Non lo so ma penso che già lottare per l'Europa sia già un traguardo: non mettiamo pressione a questa squadra ma pensiamo in grande. La posizione di classifica dei viola è quella giusta. Il rammarico più grande del primo triennio? Nella finale di Coppa Italia subimmo i primi 20' ma poi dominammo: potevamo pareggiare, peccato".