IAKOVENKO, Viola: andò male anche per colpa mia

26.08.2020 14:00 di  Redazione FV  Twitter:    vedi letture
IAKOVENKO, Viola: andò male anche per colpa mia
FirenzeViola.it
© foto di Federico De Luca

L'ex attaccante viola Oleksandr Iakovenko, ritiratosi dal calcio, oggi fa il procuratore. Lo rivela lo stesso ucraino nel corso di una lunga intervista a TuttoMercatoWeb.com:

Come è nata l'idea di fare il procuratore?
"Ero arrivato a una fase della mia carriera nella quale o andavo a giocare in una squadra piccola, cosa che non mi andava visto il percorso che avevo fatto, o iniziavo a pensare a qualcosa di diverso. Io ho scelto la seconda opzione. Ho avuto la fortuna di ricevere la proposta di colui che ora è il mio socio d'affari, Ivan Pirozhenko (ex vicepresidente della Federcalcio ucraina, ndr), e ho cominciato a lavorare come agente. Abbiamo un rappresentante per l'Italia, Leonardo Limatola, che cura i rapporti con le società".

Come mai si è ritirato così presto?
"Hanno influito diversi fattori. Fondamentalmente ero stanco a livello mentale. Mi sono ritrovato in una situazione dove per vari motivi giocavo poco e niente e ogni volta era un ricominciare da zero. E non mi andava più".

Alla Fiorentina le cose non sono andate come sperato.
"Una concomitanza di cose. Intendiamoci, buona parte delle colpe è mia. Devo dire che ho vissuto momenti difficili: stavo sempre in panchina, poi fuori squadra. Poi ho preso delle decisioni sbagliate che certamente se potessi tornare indietro non rifarei".

A cosa si riferisce?
"A un certo punto ero fuori dal progetto della Fiorentina ed ero in vendita. C'erano dei club in Spagna che erano disposti a prendermi a titolo definitivo e io ho detto: 'No, resto e dimostro il mio valore a Firenze'. E alla fine non ho dimostrato nulla, perché se non fai parte del gruppo diventi un esubero, non c'è più spazio per te. Io volevo andare contro questo sistema, cambiare il sistema. Chissà che mi ero messo in testa".

Qualche apparizione il primo anno, poi il prestito al Malaga.
"Io sono un esterno d'attacco, ruolo che non era concepito nel 3-5-2 di Montella. Così sono stato adattato come attaccante. Il punto è che se non segni la prima volta e nemmeno la seconda poi è difficile mantenere la fiducia del tecnico. Gli infortuni hanno poi fatto il resto perché uno con il mio fisico ha bisogno di tempo per recuperare bene e in un club importante come la Fiorentina tempo non ce n'è".

Per le sue caratteristiche sarebbe stato meglio il 4-3-3?
"Sì, ma tanto dopo che sono tornato dal Malaga non rientravo più a prescindere in nessuno schema (ride, ndr)".

Tre anni in viola che hanno poi condizionato il prosieguo...
"Quando ho chiuso sono andato alla Dinamo Kiev ma ero fuori forma. Non giocavo da 9 mesi, periodo in cui mi allenavo da solo. Prima di carburare ci ho messo tanto, ho iniziato a giocare bene nel finale di stagione ma ormai la società aveva deciso di non continuare con me. Da lì la mia decisione di andare via".

Rimpianti?
"Come detto, col senno di poi avrei fatto sicuramente scelte diverse. Ma ho fatto tesoro delle esperienze vissute e degli errori commessi, perché posso mettere a disposizione questa esperienza per i miei assistiti, al fine di dargli i giusti suggerimenti".