MERCATO A VALANGA. Per la Fiorentina una girandola di nomi. Ma c'è qualcuno che se la gode?
D’accordo sognatori, benissimo i grandi obiettivi, ma, ogni tanto, provare anche a godersela un po’, questa Fiorentina, sembra quasi chiedere troppo. Verrebbe voglia di disseminare serenità se non fosse per lo stupore nel vedere quanto esplode, ovunque, il mercato della Fiorentina. E ricordare i tempi in cui così tante ipotesi venivano disegnate sui quotidiani colorati, fa quasi girare la testa. Prendiamolo, certamente, come un segnale buono, ottimo, ma con la dovuta moderazione. La Fiorentina di oggi è già creatura robusta, che sta ripetendo quanto di buono fatto vedere nella scorsa stagione, tanto vale gustarsi un presente che già di per se, vale il prezzo del biglietto. Eppure, intrinseca contraddizione nostrana, ci piace troppo andare immediatamente oltre. Con le parole, o anche solo con il pensiero. Come? Proviamo a ricapitolare qualche recente sfilza di nomi, dalla chiusura del mercato di gennaio in poi. Facile accorgersi che il discorso è decisamente a tutto campo. Ma è così, la dura lex dell’edicola, dello scoop. E allora ti accorgi che già si lavora per il futuro, già si macinano titoli, già si pregustano clamorosi fotomontaggi di maglie per anticipare le prime pagine estive. Ecco che in difesa, il capitano, Dario Dainelli si divide fra Inter e Juventus. Seppure toscano e viola di passione, il centrale lascia Firenze e sceglie fra la nuova signoria del calcio italiano e la rabbiosa detronizzata. Con buonissima pace degli amanti delle liste, delle classifiche di gradimento e pure dei detrattori di Dainelli. Che, beninteso, deve ancora decidere, la nostra è certamente una vena più smaliziata. Barzagli, Zapata, Canini, Pepe, Chris, Samuel, Metzelder, Caçaba e così via. E menomale che fra Gamberini, che se ne vuole comodamente restare, e Pasqual, sul quale abbiamo già dato lo scorso anno, ci sono delle certezze. Perché adesso, il Milan è pronto a ripartire alla carica per Ujfalusi, che, diciamocelo, piace da morire anche in Inghilterra. Andiamo a centrocampo? Andiamo a centrocampo. Montolivo ha sposato Firenze, la città sorride timida, ma dentro è felice come una Pasqua. Jorgensen ha pronta la bandiera in Fiesole e fra Donadel, Pazienza, Liverani e Santana non appaiono sirene, tantomeno nubi sul futuro gigliato.
Eppure. Eppure a centrocampo la samba riparte frenetica. Via dunque: Maluoda, Mavuba, Quaresma, Almiron, Ambrosini, Ribery, Robben, Thiago Motta, Nasri. Non male eh? Kuzmanovic e Vanden Borre, ovviamente, fanno conto a parte. L’attacco poi è il classico dulcis in fundo. Pazzini, incontrastato mago di serafica fiducia, attende il rientro di Bojinov, che si descrive solitamente da solo, e Lupoli che, al contrario, ha una voglia matta di farsi scoprire. Mutu non si discute. Almeno quello, si dirà, ce lo teniamo stretto, e vorremmo anche vedere. Ecco perché su Toni, da tempo, si va ben oltre la repetita juvant. In una direzione per niente divertente, e sicuramente noiosa. Scenari? Svariati. Toni Inter-Adriano-Fiorentina, Toni-Milan-Gilardino-Fiorentina, Toni-Juventus, Toni Rolando Bianchi o Huntelaar o, perchè no, Cristiano Lucarelli. "Bene o male, purchè se ne parli" recita il detto della popolarità. Che spesso si accompagna all’affermazione, nel proprio campo, del successo.
In soldoni, non che non piaccia sentir parlare tutti, e bene, dei viola. Testimonia il grande valore della squadra e l’ottimo lavoro della società. Però, c'è un però. Nel frattempo perché questa valanga, ormai quasi fuori stagione, di nomi, disegni, scenari, sconvolgimenti? Forse, almeno per ora, tanto varrebbe godersela un po’. O no?