F. FRANCHI, Mio padre sarebbe felice del nuovo stadio
Francesco Franchi, figlio di Artemio Franchi e presidente della Fondazione Franchi, in Lega Pro, ha parlato a margine della conferenza stampa di presentazione dell’evento "Franchi ieri, oggi è domani. 100 anni dalla nascita di Artemio Franchi, il più grande dirigente del calcio italiano". Queste le sue dichiarazioni alla stampa presente, tra cui FirenzeViola.it: "Il calcio avrebbe bisogno di dirigenti come lui, purtroppo è un momento complesso. Abbiamo avuto la terribile disavventura della Nazionale che per la seconda volta non si qualifica ad un Mondiale, non era mai successo. Avevamo ancora il dramma del '58, della prima mancata qualificazione, ora 2 di fila per cui è chiaro che questo fa soffrire tutti i tifosi italiani, tutto lo sport italiano. Evidentemente tanto anche la FIGC, pure per motivi economici. Mancheranno anche una serie di incassi e c'è quel dramma lì. Franchi non giocava a calcio, non so se avremmo segnato i due rigori che ci hanno impedito l'accesso al Mondiale se lui c'era, però, al di là dei risultati, manca perché è un momento complicato, difficile. Anche i nostri club non stanno facendo molto in Europa ormai da troppi anni. C'è bisogno di ripensare ad un'organizzazione della nostra FIGC. Io credo che Gravina e il consiglio Federale, del quale faccio parte, coglierà questo terribile risultato per accelerare le riforme che sono assolutamente indispensabili per ritornare ai fasti a cui eravamo abituati".
Ad Artemio Franchi sarebbe piaciuto il progetto del nuovo stadio che porterà il suo nome?
"Questa è una domanda molto complessa, ma sicuramente gli faceva piacere che gli stadi fossero degli spazi dove poter fare calcio e anche fuori dal calcio, in questo era un po' avveniristico. Certo lo stadio Franchi, quando fu realizzato, ha rappresentato uno dei più belli d'Europa o in assoluto il più bello, ma era invecchiato parecchio. I lavori di Italia '90 non lo avevano fatto migliorare, continuava ad essere uno stadio poco adatto al calcio moderno e alle necessità moderne dei club di vertice. Credo che il nuovo stadio sarà molto bello, soprattutto visto dal basso e fruito, per come si vedrà le partite e per le attività che potranno essere svolte al suo interno. Mi ha lasciato un po' perplesso quella copertura rettangolare perché sembra un po' una scatola, ma evidentemente, siccome lo studio di architetti è tra i più conosciuti al mondo ed hanno vinto un concorso dove ne partecipavano altri, credo alla fine che ci sia una ratio architettonica che io non capisco. Franchi sarebbe stato molto contento di vedere lo stadio completamente ristrutturato, adatto al calcio moderno e che potrà aiutare molto la Fiorentina, che già sta facendo tanti sforzi. Migliorerà la fruibilità dello stadio, per cui l'offerta Fiorentina non sarà solo quella dello stadio, ma avrà tutta una serie di altre opportunità".
Sarebbe contento anche se ci fossero altri stadi in Italia?
"Sì, ma direi soprattutto nel meridione perché nel centro-nord il numero degli impianti credo sia abbastanza adeguato, ma è fondamentale e importante fare seri investimenti di ristrutturazione per renderli più fruibili e più moderni. Non mancano tanto gli impianti, manca metterli in condizione di essere utilizzabili, per cui fare ad esempio tutte le attività sul risparmio energetico. Oggi, con i costi attuali dell'energia, gestire un impianto, che sia pubblico o di una società, è un costo importante, per cui c'è bisogno di fare una riflessione seria ed investire tanto sulla ristrutturazione degli stadi".
Il calcio italiano riparte dalla Lega Pro?
"Da qui deve ripartire. Ricordo che quando mio padre è stato presidente, o anche quando era presidente federale, la Serie C era davvero il bacino dove la Serie A e le nazionali giovanili potevano attingere per trovare calciatori che avrebbero potuto dare un grosso contributo allo sviluppo dello spettacolo calcio. Va un po' ricreato, lo dico a bassa voce, ci sono un po' troppi stranieri, troppo minutaggio degli stessi nelle serie professionistiche e bisogna fare delle riforme serie a livello federale. Non si può pensare che siano solo i club di Serie C a farle loro, ma io sono sicuro che le società di Lega Pro daranno il loro contributo per ritornare ad essere il calcio che dobbiamo essere".