Tra l’addio alla Conference e un’Europa da conquistare: ora emergono i problemi…

Tra l’addio alla Conference e un’Europa da conquistare: ora emergono i problemi…FirenzeViola.it
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di Mario Tenerani

Le sberle del Betis fanno male. La delusione brucia come un incendio. Fallito il secondo obiettivo stagionale dopo l’eliminazione in Coppa Italia, seppur quest’ultima arrivata poche ore dopo il dramma di Bove, con la squadra ancora sotto choc. Adesso resta solo il campionato per rientrare dalla porta principale nell’Europa appena perduta. Tre giornate alla fine, nove punti da conquistare - “abbiamo l’obbligo di farli”, ha detto Palladino - senza alternative. 
I processi, semmai ci saranno, sono rimandati a quando scorreranno i titoli di coda sulla stagione. Tra annata positiva o fallimentare ci passa un nulla. La Fiorentina è in bilico su un crinale. Palladino ha appena ricevuto in regalo dal presidente un allungamento del contratto di due anni. Decisione presa da Commisso in persona, senza avvertire nessuno: né il tecnico, né tantomeno i direttori della società. Un gesto forte quello dell’imprenditore italo-americano al di là dei risultati che potranno o non potranno arrivare. Palladino è l’unico non in discussione, ma paradossalmente, se la Fiorentina chiudesse la stagione fuori da tutto, sarebbe discusso dalla piazza (e già adesso i mugugni ci sono). Ecco perché è tutto incerto in questo momento. Tra cose buone fatte ed errori commessi, dopo il passaggio degli spagnoli emergono alcuni problemi. 

L’Europa via campionato 
I viola devono vincere a Venezia, col Bologna al Franchi e a Udine. Con 68 punti possono sperare nell’Europa League. Tutto in gioco perché in ballo in questi ultimi 270 minuti di campionato ci sono scontri diretti, con le concorrenti dei viola che si toglieranno punti a vicenda. Ieri sera il Bologna… mentre la Roma giocherà a Bergamo e la Lazio andrà a casa Juventus. Alla penultima giornata ci sarà il derby dell’Appennino, con la Lazio a San Siro ospite dell’Inter e all’Olimpico altra sfida “toglipunti” tra Roma e Milan. Trentottesimo turno, invece, senza faccia a faccia per la classifica. Se guardiamo alle incertezze dimostrate dalla Fiorentina sale la preoccupazione, ma vogliamo pensare che i viola affronteranno questi impegni con un furore mai visto in precedenza. 

Il Betis ha messo a nudo le debolezze
Il sospetto, quasi una prova, è che la Fiorentina l’8 maggio abbia affrontato l’avversaria più forte di tutte e tre le partecipazioni in Conference League. Il Betis ha mostrato pesanti individualità, Isco formidabile, e ottima organizzazione di gioco, corroborata dalla grande esperienza internazionale del suo allenatore, Manuel Pellegrini. Non sembrava Conference, ma Europa League, il livello era quello. Morale: al primo vero esame duro su un piano internazionale i viola hanno mostrato diversi limiti. Nella ripresa e nei supplementari non hanno mai impensierito il portiere andaluso. Presidente, società e allenatore dovranno riflettere profondamente su questo passaggio: per certe battaglie continentali la Fiorentina non è attrezzata. 

Palladino deve crescere
Raffaelle dopo soltanto un anno e otto mesi di serie A si è lanciato nell’avventura viola con entusiasmo e lavoro. Ha lanciato segnali importanti come l’intuizione tattica di Bove, l’esplosione di Kean, la scoperta Comuzzo, oltre a vittorie di spessore con le grandi. Questi i segni più. Tra i meno ci mettiamo sicuramente un gioco ancora avaro che non decolla. Troppi lanci lunghi su Kean, poche idee offensive. Mentre con la fase difensiva tutto è sembrato più naturale. Non si intravedono soluzioni alternative alla profondità di Moise. La Fiorentina non ha ancora una targa riconoscibile. 
Palladino deve crescere, non può accontentarsi. Questo lo scalino da salire. Senza ansia perché, come spiegato, la sua panchina grazie a Commisso è di cemento armato.

Gudmundsson da risorsa a problema
Non è possibile che l’islandese sia quello visto all’opera recentemente e con il Betis. Uno come lui deve determinare e invece non incide. Scorrazza per il campo senza una meta e sovente scende ai quaranta metri viola a prendersi la palla. Così non va caro Gud perché uno con la tua classe, capacità di segnare, fabbricare assist, deve dare tanto di più. La sensazione è anche che con Palladino non sia scoccata ancora la scintilla calcistica. Spesso sostituito, senza sorriso, l’ex Genoa è irriconoscibile. Magari tocca anche all’allenatore sfruttare un capitale potenzialmente così grande. Il compito dei tecnici è soprattutto questo. In queste condizioni il riscatto dell’attaccante è molto incerto.   

Senza coppe campioni a rischio
Riacciuffare l’Europa svanita col Betis significa anche blindare quei calciatori che hanno fatto la differenza quest’anno e attrarne di nuovi. Senza, invece, diventerebbe complicato trattenerli in viola. Kean sta divinamente a Firenze, ma potrebbe immaginarsi impegnato solo in campionato e in Coppa Italia? Con la clausola a 52 milioni resta un boccone appetitoso. De Gea è un altro che si è innamorato della Fiorentina, ma intorno a lui si agitano in tanti. Senza coppe potrebbe ripensarci? Quindi Dodo’, al centro di una stagione molto buona, ma le tentazioni non mancano. Fermiamoci a questi tre, bastano a e avanzano per scuotere gli animi. 

Commisso batta un colpo
In silenzio assoluto, passando sulle teste dei suoi dirigenti, ha ancorato Palladino a Firenze sino al 2027. Tutto legittimo. E’ il presidente, l’unico che decide e incide nella Fiorentina. Lo sapevamo già, ma quest’ultimo atto mette la cera lacca sul suo indiscutibile regno. La Fiorentina è “Roccocentrica”. Benissimo, ma ora servirebbero alcune parole programmatiche. Sarebbe bello che il presidente spiegasse alla propria comunità quali sono le reali ambizioni tecniche e per quali obiettivo sportivo. Sarebbe interessante che Commisso al suo allenatore desse in mano una rosa in grado di lottare per un posto Champions, insomma da quarto posto. Dopo 6 anni, al compleanno ci siamo quasi, sarebbe il massimo. Anzi, il minimo… 

I Bulloni del Siviglia
Tifosi andalusi scatenati a Firenze, protagonisti di gesti violenti, da condannare. Dal loro settore hanno lanciato bulloni sui sostenitori viola, alcuni sono stati colpiti alla testa, ci sono stati contusi. Poi gli spagnoli hanno sbarbato mattonelle dai bagni della curva e anche altri oggetti. La domanda è banale: come hanno fatto? Perché hanno goduto di questa libertà? Ripensiamo all’estero quando i tifosi viola si sono ritrovati proiettili di gomma infilzati nella carne o quando sono stati scaricati in un posto sbagliato di fronte ad un bar popolato da ultrà avversari. Giovedì sera poteva finire molto peggio…