La novità di Pioli? Il buon senso al potere. Sembra tutto normale, prima non lo era...

Se lo chiamano “Normal One” ci sarà un motivo. E in questi periodi di follia collettiva, la normalità viene eletta a valore di acciaio. E assai rara. Stefano Pioli è tutto questo. Un ponte tra conservazione e innovazione, con gli occhi sempre inchiodati sul presente. La sua specialità è il buon senso. Caratteristica che servirebbe a chi governa, sia il pubblico o il privato, a chi è chiamato a gestire un branco di anime. L’alba della nuova stagione è caratterizzata fortemente da un ritrovato buon senso con risvolti cromatici viola. Qualcuno sorriderà, sibilando a denti stretti che il buon senso non fa gol. Se ne potrebbe parlare a lungo, ma ci teniamo alla larga. La meraviglia sta nel fatto che tutto ciò torna al potere a Firenze dopo anni non esattamente felici, non propriamente azzeccati per scelte politiche e tecniche. Invece Pioli ha rimesso al centro la logica laddove se ne era vista sempre poca.
Una rosa di 20 giocatori più 3 portieri
Il buon senso è emerso nella costruzione della rosa. In un’era calcistica in cui i gruppi spesso sono extralarge, con allenatori ansiosi di aver l’alternativa anche in magazzino, Pioli è sbucato in sala stampa dicendo: “Voglio pochi calciatori e sono pronto anche da affrontare una-due partite in emergenza, attingendo magari al bacino dei giovani”. L’avesse pronunciate qualche altro quelle parole, avremmo fatto spallucce, siamo onesti. Invece con Pioli si è accesa la lampadina. Detto e fatto: la società lavora duramente per assicurargli 20 giocatori di manovra e 3 portieri. Sembra di essere tornati al pallone di Stefano giocatore. A quel tempo il mantra viaggiava su questi binari: 16 giocatori, piu’ 4 primavera e via andare. Ora siamo saliti a 20, ma la differenza è aderente alle esigenze di un calendario più fitto. Pioli ha ragione: il giovedì quando deve dare le casacche per la partitelle non vuole broncini, atteggiamenti che mandano in tilt (e’ un eufemismo…) un allenatore. Non solo: se hai solo 20 uomini, più naturalmente i 2 portieri per la partitella, il test diventa probante perché tutti vanno a mille. L’altra parola chiave del dizionario di Pioli è intensità, retaggio del suo corregionale Sacchi, l’Arrigo da Fusignano. Un romagnolo, mentre Stefano è parmense, come si evince dall’erre arrotata. Senza intensità non si va da nessuna parte. Puoi toccare bene il pallone, ma oggi bisogna correre tanto e bene. Aggredire l’avversario, saltargli addosso e recuperare il pallone quando si perde. Serve tanta intensità.
L'attacco con 4 uomini, di cui 2 centravanti
Il reparto offensivo torna ad essere folto e noi sorridiamo solo a parlarne. Dopo anni di carestia, con punte centellinate e spesso vaporose, tranne l’eccezione di Vlahovic e Kean, dietro ai quali c’era una sorta di vuoto pneumatico, si ricomincia a guardare all’attacco come ad una squadra nella squadra. Il buon senso di Pioli si manifesta nel desiderio di avere almeno due centravanti puri che sappiano attaccare la profondità come Kean e come quello che Pradè e Goretti stanno cercando sul mercato, quindi un ex ariete, trasformatosi in un sontuoso distributore di magie sulla trequarti, come Dzeko, poi due numeri 10 come Gudmundsson e Fazzini, gente capace da fare un po’ di tutto là davanti, a cominciare dal fornire un'assistenza pregevole al numero 9 di turno.
Difesa a 3 con 6 elementi assortiti bene e un centrocampo con pedine che sanno ruotare
Buon senso nel surfare l’onda di un cambiamento in atto nel centrocampo: non più ruolo fissi, ma ruotanti. Davanti alla difesa non registi in purezza, ma mediani dalla qualità elevata e dalle riconoscibili geometrie. Buon senso nel non scherzare con la difesa, il settore più delicato perché il vento ancora non è mutato: i grandi successi si raggiungono beccando pochi gol, fatevene una ragione. Ma non significa che non si debba attaccare, anzi. Sempre con equilibrio, però, con due fasi assolutamente bilanciate. E in più dal punto di vista numerico non si può derogare né accontentarsi: difendere con 3 giocatori equivale ad avere 3 coppie di difensori ben assortite affinché la terza linea sia omogenea.
Sembra tutto normale, sì, ma prima non lo era… Il buon senso è tornato ad essere il partito di maggioranza a Firenze. Elezioni chiuse.
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