Il Pioli meritocratico cerca centrocampista "gender"

Il Pioli meritocratico cerca centrocampista "gender"FirenzeViola.it
Oggi alle 00:00L'editoriale
di Stefano Prizio

Continua la fase di vaglio e valutazione da parte di Stefano Pioli del materiale umano che ha a disposizione in viola, perciò in questa fase dell’estate è tutto un fermento di allenamenti e amichevoli, a breve inizieranno anche le gare in Inghilterra, caratterizzate da un particolare fascino dato il blasone delle avversarie. In questo intervallo di tempo il tecnico viola deciderà uomini e modulo tattico di base coi quali affrontare la stagione calcistica che è ormai a un passo.

Difatti chi pensasse che Pioli abbia già in testa un modulo tattico definito e cristallizzato commetterebbe un errore, già il tecnico viola chiarì in sede di presentazione che la sua concezione di calcio e soprattutto delle posizioni in campo è fluida, flessibile, adattabile alle circostanze che volta volta si presenteranno, Pioli non è uomo di idee radicali e immutabili, ma piuttosto di mediazione ed utilizzo di varie soluzioni. Non a caso si è preso questo periodo di fine preparazione estiva e delle prime amichevoli, comprese quelle in terra inglese, per valutare con precisione le caratteristiche degli uomini della sua rosa, in specie i centrocampisti, poiché solo in una fase successiva potrà fare richieste precise al suo club di intervenire in modo mirato sul mercato, ad ogni modo l’allenatore viola come ognuno di noi vede già, sa bene come al suo gruppo manchi un grande giocatore proprio a metà campo, un riferimento, un perno, un campione come la Fiorentina ha già sia in porta che davanti con De Gea e Kean. 

Quel che Pioli cerca è un centrocampista gender, ma non certo inteso come un appartenente al cosiddetto gruppo lgbtq++ e anche meno meno, questa eventuale appartenenza e le sue caratteristiche riguardano la vita privata di chi dovesse arrivare in viola quindi non ci interessa.  Centrocampista gender significa  poliedrico ovvero molto più semplicemente, un centrocampista  dall’identità tecnico tattica fluida, articolata, adattabile, versatile come fosse acqua alla situazione di quel momento, perciò un centrocampista che sappia divenire un po’ costruttore un po’ boscaiolo, nel senso di facitore di legna in mezzo al campo come ama dire in questi casi Corrado Orrico; oppure al bisogno una  mezzala e pure un  rifinitore, magari con una propensione al tiro e allo svettar di testa, perché no? E con una scorzettina di limone che ci sta sempre bene, muscolare e pensatore al contempo, un uomo che con De Gea e Kean( e con Gud e Dzeko in aggiunta) vada a completare l’asse portante della squadra, la spina dorsale di un collettivo realmente in grado di ambire a piazzamenti notevoli.

Per una buona parte della stampa, la Fiorentina avrebbe già individuato tale profilo nell’ivoriano Kessié che gioca in Arabia Saudita nell’Al Ahli della città di Gedda, club nel quale guadagna uno stipendio altissimo da 14 milioni netti l’anno. Un compenso che non è solo oneroso sotto il profilo dell’esborso annuale per una società come quella viola, ma che trasforma il calciatore in un impegno poco conveniente sul piano pluriennale, invece dobbiamo ricordare come fosse lo stesso Pioli a illustrare, quando si presentò alla stampa fiorentina, che il progetto col club viola abbia un respiro triennale e ammettendo che Kessié accetti uno stipendio da 4 o 5 milioni netti, si tratterebbe di un impegno da 20 milioni e oltre per la Fiorentina per un calciatore vicino ai trent’anni che può anche fare al caso, ma non è un fenomeno assoluto.

Senza contare che di centrocampisti ne occorrono due, dato che Mandragora non sta rinnovando e potrebbe partire, naturalmente dei due l’uno sarebbe un giocatore decisivo, l’altro più ordinario e meno costoso. Intanto nel bel mezzo della liturgia calcistica estiva, il grande rito collettivo del calcio parlato, che in una società che ha quasi abolito i riti sacri del passato, è divenuto ecumenico, intona le sue litanie gregoriane che come mantra si beano delle medesime parole banali e confortanti per appagare i fruitori assetati rassicurandoli su come tutto vada al meglio e come la squadra del loro cuore sarà più forte, ambiziosa, fortunata e ben condotta al traguardo, e noi che del rito siamo i ministri diciamo al pubblico quel che il pubblico vuole sentirsi dire momento dopo momento.  Ma detto questo, è anche  altro quel che ci preme evidenziare: negli ultimi giorni, con le prime due o tre amichevoli della stagione, sono due i casi che hanno destato una certa curiosità, l’esclusione di Sottil, apparso nervoso vieppiù e a disagio, e l’inatteso rispuntare di uno che pareva ormai obliato ectoplasma, ma che invece a sorpresa sarà della truppa viola, Sabiri.

Ebbene, questi due casi apparentemente dissimili, dimostrano plasticamente un pregio del nuovo allenatore della Fiorentina: credere nella meritocrazia. Infatti l’ esclusione del riottoso Sottil e la seconda, o terza, possibilità concessa a Sabiri, dimostrano come per Pioli se un calciatore, chiunque egli sia, dimostra in allenamento o in amichevole, viene valutato per il suo stato psico fisico del momento, si tratta  di un ottimo segnale verso l’esterno e l’interno della squadra, infatti è stimolante per i calciatori constatare che chiunque tu sia, un prestigioso campione dal lungo curriculum o un imberbe primavera in cerca di debutto, se in allenamento dimostri impegno hai la medesima possibilità di essere preso in considerazione. Certo, va detto come non sia stato riservato un simile trattamento ai vari Barak,Brekalo, Nzola e Ikonè, ma forse perché questi calciatori il club confida di poterli piazzare presto sul mercato, infatti  senza un piccolo gruzzolo dagli esuberi la Fiorentina non si sente di affrontare le spese onerose che a breve sarà chiamata a sostenere.