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Il ritorno di Luca Ranieri, esempio di garra e attaccamento alla maglia

Il ritorno di Luca Ranieri, esempio di garra e attaccamento alla maglia FirenzeViola.it
© foto di Federico De Luca 2025
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di Lorenzo Marucci

Se La Fiorentina può giocarsi le sue carte domani sera contro il Real Betis lo deve anche a Luca Ranieri, che giovedì scorso con il suo gol ha riacceso le speranze di arrivare in finale. Ha saltato la sfida con la Roma per squalifica e in quel clima caldo la sua assenza si è sentita perché la sua cattiveria agonistica avrebbe fatto certamente comodo. L'impressione è che adesso Ranieri sia cresciuto anche dal punto di vista della gestione delle tensioni sapendo dialogare (quando serve pure in modo serrato) con l'arbitro e dando la carica ai compagni. 

Esempio - Di esempi da seguire i viola in campo ne hanno molti da De Gea a Gosens fino a Kean ma Ranieri rappresenta il prodotto del vivaio che con la forza della determinazione è riuscito ad arrivare, abbattendo perplessità e scetticismo fino a diventare il capitano. Di tutti coloro che andranno in campo è il giocatore che ha la maggior militanza in viola essendo arrivato nel 2013 nel settore giovanile dal Canaletto Sepor. E in campo sembra incarnare la figura del condottiero, il simbolo di colui (non è il solo certamente, ma lui forse più di altri) che cerca di difendere a tutti i costi la maglia viola, ormai a tutti gli effetti una seconda pelle. Per il percorso che ha fatto si è meritato anche i complimenti di Bergomi in diretta televisiva e si è emozionato. In effetti per Ranieri quella di quest'anno sta diventando la stagione della maturità frutto anche di una continuità che si è guadagnato sul campo. Prima della squalifca con la Roma, in campionato aveva giocato tutte le partite (33) da titolare, ad eccezione di quella casalinga con la Lazio in cui entrò nel secondo tempo. In Conference ha disputato tutte le gare ad eccezione di quella con i News Saints (squalificato) e quelle con il San Gallo e il Pafos.  

Voglia di finale - Ranieri ha già giocato le due finali di Conference degli anni scorsi, ora vuole tornarci con la Fiorentina per scrivere poi una pagina di storia. In Conference tra l'altro il feeling con il gol quest'anno non manca (2 reti), grazie alla sua capacità di spingersi in avanti e di creare scompiglio nelle difese avversarie. Ma indipendentemente da questo sarà certamente contagiosa la sua garra, la voglia di non darsi mai per vinto che ormai lo caratterizza. "Quando l'arbitro fischia - ha raccontato durante un'intervista - vado in un altro mondo, a volte sono consapevole di esagerare ma ora, con la fascia di capitano sono più tranquillo. Sento così tanto la partita che cerco di dare il massimo". E domani sera di sicuro non ci sarà bisogno neanche di caricarsi, le motivazioni saranno a mille in uno stadio che diventerà una autentica bolgia