Da Fiorentina-Betis ai ricordi di Firenze, Verdú: "Con Sousa grande anno. Spagnoli più forti, ma la Viola può farcela"

Joan Verdu alla Fiorentina è stato una meteora, arrivato sul gong del mercato estivo 2015 e andatosene dopo pochi mesi, a metà stagione, in una squadra che arrivò quinta in campionato e fece i sedicesimi di Europa League. Adesso si diverte guidando i Los Troncos in Kings League, ma nella sua carriera - legata perlopiù alla Spagna - ha vestito pure la casacca del Betis. Da doppio ex della sfida, FirenzeViola lo ha intercettato in esclusiva in vista della semifinale di ritorno di Conference League tra Viola e Verdiblancos. Iniziando però dai suoi ricordi legati alla Fiorentina: “Fu un’esperienza molto bella, giocavamo un calcio diverso dal nostro spagnolo in Liga. Il principale problema che ebbi fu il fatto che arrivai agli ultimi giorni di mercato, mi costò un po’ di tempo per adattarmi. Fortunatamente in squadra c’erano diversi giocatori spagnoli e questo mi aiutò, ma fu una situazione che mi penalizzò inizialmente”.
Andò via a gennaio, ma quella squadra arrivò quinta in campionato e uscì ai sedicesimi di Europa League (col Tottenham). Poteva fare di più?
“Quell’anno in generale fu buono, facevamo un calcio diverso dal resto d’Italia. A Paulo (Sousa, ndr) piaceva tenere il pallone, essere protagonista, era molto bello. Come giocatori, avevamo una squadra molto buona e con un po’ più di fortuna avremmo lottato per traguardi migliori”.
Paulo Sousa è attualmente in Arabia. Che tecnico è? Avrebbe voglia di rivederlo in Europa?
“Sì, è un grande allenatore con ottime idee e che si contraddistingue per il suo stile di gioco. È un tecnico molto esigente, vuole un possesso palla molto intenso ma soprattutto che la squadra giochi bene a calcio. Per me queste caratteristiche erano ottime, era un buon allenatore che in allenamento chiedeva sempre il massimo. Un tecnico davvero valido per allenare in Europa”.
Qualche aneddoto curioso o divertente da raccontare su quella stagione in viola?
“Parlavo poco l’italiano e Paulo dava le indicazioni proprio in italiano, personalmente però preferivo confrontarmi in spagnolo. Per questo sfruttavo i miei compagni spagnoli come Borja o Marcos Alonso che mi riprendevano subito se mi scappava una brutta parola (ride, ndr). Però come dicevo prima fu un’esperienza molto bella dove praticai un calcio diverso”.
Segue la Fiorentina attuale? Si è fatto un’idea della stagione che sta facendo?
“Si ho visto molte partite, sta facendo una grande stagione e sta mettendo in mostra un bel calcio, poi vedo una squadra molto legata ai tifosi. Il finale dipenderà da ciò che succederà in Conference, col Betis sarà dura perché arrivano da una sconfitta, al ritorno sarà un match tra due stili diversi ma la Fiorentina può andare in finale”.
Ha visto la gara d’andata col Betis? Pensa che gli spagnoli siano più forti dei viola?
“In realtà credo che l’aver giocato in casa loro abbia condizionato molto la partita. Ho visto il match d’andata e il Betis quando gioca al Villamarin è più forte, ha una tifoseria che lo aiuta tantissimo. Ma mi aspetto lo stesso per la Fiorentina, quando gioca al Franchi la tifoseria è davvero il suo dodicesimo giocatore in campo. Sarà una grande gara, il Betis ha dalla metà campo in su giocatori molto decisivi come Isco, Antony o Lo Celso, sono elementi che possono cambiare la partita in qualsiasi momento. La Fiorentina deve stare attenta a questi”.
Invece la stagione del Betis come la giudica?
“Sta finendo meglio rispetto a come aveva iniziato. A metà gennaio la squadra, incluso Pellegrini, erano abbastanza criticati qua in Spagna, ma l’Ingegnere è uno che sa trattare molto bene queste situazioni: sa perfettamente come vivere questa pressione, e infatti ora ha una squadra che sta giocando ad alto livello. L’arrivo di Antony ha portato anche qualcosa di diverso, ora stanno facendo molto bene”.
Si è detto molto della forza delle due squadre. Onestamente, guardando le due rose, c’è una delle due più forte dell’altra?
“Sinceramente, come nomi sì, credo che il Betis sia un po’ più forte. Come dicevamo prima, Lo Celso, Antony e Isco soprattutto, sono giocatori che fanno tanto la differenza, riconosciuti a livello mondiale. Ma come rose, entrambe hanno possibilità di farsi male. Il fattore campo sarà decisivo per la qualificazione, alla Fiorentina servirà una bella partita e il Betis non dovrà essere a suo agio a livello di gioco, ma è una semifinale davvero complicata e che verrà decisa da piccoli dettagli”.
Si aspetta che la Fiorentina ribalti il risultato e passi il turno?
“Alla fine sarà un risultato equilibrato. La Fiorentina giocherà in casa e come è successo al Betis all’andata, terrà il pallone e cercherà di far male ai Verdiblancos. Mi aspetto una pressione molto forte dei viola, facendo sì che i giocatori di cui parlavamo prima non diano il loro meglio. Il piano gara è questo, il Betis invece arriva da una ventata di entusiasmo ma se le cose andranno così la Fiorentina avrà grandi chances di vincere”.
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