Troppi gol sbagliati, Champions addio. Anche l'Europa League ora è un'impresa. La Fiorentina col Betis si gioca tutto. Serve un Franchi tutto viola e rumoroso

La Roma aveva lavorato con serenità tutta la settimana, i viola invece erano rientrati solo venerdì pomeriggio dopo la battaglia di Siviglia. Siamo franchi, intanto si aspettavano la squadra di Palladino in difficoltà sul piano fisico. E invece a soffrire è stata la Roma perché la Fiorentina, nonostante cinque cambi rispetto al Villamarin, con Gudmundsson, Beltran e Fagioli in panchina, ha fatto una bella prestazione. E le partite si giudicano dal volume di gioco, ma soprattutto dalla palle gol realmente create: ecco, la Fiorentina ne ha fabbricate cinque, di quelle vere. Quattro firmate da Kean e una da Mandragora, ma le ha fallite. Il calcio è diabolico, chi sbaglia troppo torna a casa con zero punti. E' andata così. Poi si può dire che il migliore in campo è stato Svilar, portiere rivelazione della Roma. Si è superato, ma resta il fatto che Moise non è stato il Kean di sempre, in particolare nella prima chance che ha avuto. Però ad un centravanti che in stagione ha già fatto 23 gol complessivi cosa si può imputare? Senza dimenticare che l'ultimo periodo personale di Kean è stato tutt'altro che felice. Il primo a essere rammaricato è proprio lui: infatti, quando nella ripresa in un secondo si è visto ribattere due conclusioni da Svilar poi ha commesso un fallo di frustrazione e si è beccato un giallo. Rimane un grande rammarico, la Fiorentina poteva vincerla questa sfida, ma non ha trovato la porta. In fin dei conti però in questo campionato ha vinto qualche gara con la stessa modalità della Roma di ieri, creando di meno, ma afferrando i tre punti. Succede, il calcio certe volte toglie e in altre aggiunge.
Gudmundsson forse poteva entrare prima o addirittura partire titolare perché in tutta sincerità lo Zaniolo di Firenze fino ad oggi è stato impalpabile. Tra l'altro il ragazzo a Roma aveva uno stadio contro che lo ha massacrato. Ma al netto di queste considerazioni la formazione scelta da Palladino che aveva spiazzato in tanti prima della partita poi ha reso abbastanza, attuando manovre gradevoli. Lo stesso Ranieri ha riempito di complimenti Palladino, suo giocatore ai tempi della Juventus.
La morale però è che ora per la Fiorentina il sogno Champions è tramontato e anche la zona Europa League diventa un'impresa. Il rischio di restare fuori dall'Europa col campionato è elevato. Senza dimenticare che se la finale di Coppa Italia fosse vinta dal Milan un eventuale sesto posto diventerebbe appannaggio della Conference.
A questo punto, dunque, senza tanti giri di parole, il ritorno col Betis di giovedì varrà una stagione intera. La Fiorentina si giocherà tutto. Palladino è stato onesto nella sala stampa dell'Olimpico e lo ha spiegato bene. "Ognuno poi emetterà il giudizio che crede, lo sappiamo". Il pallone ha queste regole.
La Fiorentina ha le carte per ribaltare l'andata, certo. Ma da sola non ce la può fare. Ha bisogno di un Franchi pazzesco, un bolgia infernale almeno per i posti disponibili che sono poco più di 20.000. La Fiesole farà la sua parte, come sempre, anzi se possibile di più. La curva si sente eccome, spinge sulle corde vocali. Una generosità di amore incredibile. Ma gli altri settori? La Maratona e la Tribuna si adegueranno o rimarranno immobili come accade da un po' di tempo? L'alibi dello stadio mutilato non regge, chi ha voglia di tifare lo può fare. Sarebbe bello se ognuno andasse al Franchi vestito di viola: al Villamarin avevano tutti una maglia del Betis o un drappo verde. Un Franchi tutto color Fiorentina sarebbe uno spettacolo. E poi 100 minuti di cori, incitamenti, applausi per la squadra in campo. Una ventata forte come la Tramontana. Solo così il Betis potrà tornare in Spagna con la valigia piena di delusione.
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