L'Inter sia da esempio: contro il Betis servirà per prima cosa il cuore. In campo vadano sempre i migliori, anche a mezzo servizio. La Fiorentina si gioca la stagione in 90 minuti: vietato voltarsi indietro, la mente deve andare solo alla Conference

L'Inter sia da esempio: contro il Betis servirà per prima cosa il cuore. In campo vadano sempre i migliori, anche a mezzo servizio. La Fiorentina si gioca la stagione in 90 minuti: vietato voltarsi indietro, la mente deve andare solo alla ConferenceFirenzeViola.it
Oggi alle 00:15L'editoriale
di Lorenzo Di Benedetto

Diciamolo chiaramente, abbiamo assistito a una partita da storia del calcio. L'Inter ha battuto il Barcellona 4-3 ai supplementari in una gara iniziata bene, proseguita malissimo e conclusa con la gioia più grande. Per certi aspetti il momento dei nerazzurri può essere paragonato a quello della Fiorentina. Dalla delusione in campionato, per uno Scudetto quasi svanito, come per Ranieri e compagni la corsa all'Europa, al momento complicato dal punto di vista delle assenze, con Lautaro paragonato a Kean e Dumfries a Dodo. Ecco, la speranza è che l'epilogo in coppa sia lo stesso. L'avversaria viene dallo stesso Paese, la Spagna, tanto il Barça quanto il Betis, e dopo la gara di andata il discorso è apertissimo. Servirà il cuore, servirà la forza di non mollare mai, serviranno in campo i migliori.

Tutti protagonisti.
Poi è chiaro, tutti i giocatori saranno fondamentali, anche quelli che entreranno a partita in corso, ma le scelte iniziali saranno fondamentali. Giovedì scorso al Benito Villamarin l'errore è stato quello di lasciare a riposo nel primo tempo Moise Kean, inutile dire il contrario, e Palladino non dovrà avere paura di rischiare nella sfida del Franchi. Dodo ha stretto i denti recuperando in tempi record e la sua presenza sarà necessaria, dal primo minuto. Poco importerà poi se non avrà i 90 minuti, quello che conta è ciò che potrà dare dall'inizio della partita, anche per assenza di alternative.

Una stagione in gioco.
Altra cosa certa: la sconfitta di domenica contro la Roma è stata tanto dolorosa, per come è andata, quando pesante, visto che adesso, contando anche la finale di Coppa Italia tra Bologna e Milan, attualmente settima e nona in classifica, raggiungere la qualificazione alle prossime coppe europee tramite la Serie A è più in salita che mai. Ecco perché la Conference assume un significato ancora più grande. Il Betis è una bella squadra, ha giocatori importanti e di qualità, ma la Fiorentina ha dimostrato di potersela giocare, di poter fare risultato, anche nelle difficoltà. La squadra di Palladino si gioca praticamente tutta la stagione in 90 minuti e arrivati a questo punto è inutile guardarsi indietro, pensare a quello che sarebbe potuto essere e non è stato. La mente deve andare solo e soltanto in avanti, solo alla gara contro il Real Betis e all'eventuale finale contro il Chelsea. Perché arrivati fino a questo punto sarebbe un sacrilegio non crederci, sarebbe un peccato uscire a mani vuote da una stagione che per certi aspetti ha regalato tante soddisfazioni. L'Inter sia un esempio, e la speranza è che l'epilogo sia lo stesso. Per Firenze, per i tifosi, per la Fiorentina.