Gudmundsson, la panchina e il futuro da scrivere: il famoso «15 giugno» è vicino

Il nodo Albert Gudmundsson sarà uno dei primi da sciogliere. In questo senso prendiamo a prestito le parole di Daniele Pradè, che lo scorso settembre si appoggiò a una data precisa: "Tutto ruota attorno a quando esce la sentenza: se arriva entro il 15 giugno dell'anno prossimo, sapremo come muoverci anche col Genoa, avendo preso il giocatore in prestito". Probabilmente il d.s. fece riferimento a quel giorno perché quest'anno la norma FIGC prevede che i riscatti vengano esercitati tra il 16 e il 18 giugno.
La panchina di Udine.
Parallelamente c'è da considerare il rapporto precario che si è creato tra l'attaccante e l'allenatore. Non a caso la panchina di domenica sera a Udine ha fatto discutere: apparentemente non c'erano i presupposti per pronosticare la terza esclusione di fila del classe '97. La sensazione quindi è che si sia trattato di una scelta tecnica. Se a Venezia l'islandese è finito in tribuna perché "con il Betis aveva fastidio dietro alla coscia" come spiegato da Palladino, quella di ieri l'altro non è suonata come una decisione forzata.
Gli scenari futuri.
Bisognerà decidersi entro un paio di settimane per i motivi che dicevamo. Da parte sua la Fiorentina è in attesa di una presa di posizione evidente del calciatore: il club auspica che il ventisettenne sia entusiasta di rimanere e che lo palesi il prima possibile. In ogni caso è da escludere che i viola sborsino i 17 milioni pattuiti la scorsa estate: più facile che si ritratti il prezzo col Genoa, o che al massimo i rossoblù accettino di rinnovare il prestito alla Fiorentina. Altrimenti l'attaccante rientrerà in Liguria in attesa di nuove offerte.
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