COMMISSO, Senza CS niente stadio. A Pessina...

07.08.2020 18:00 di Redazione FV Twitter:    vedi letture
Fonte: Radio Bruno Toscana
COMMISSO, Senza CS niente stadio. A Pessina...
FirenzeViola.it
© foto di Massimiliano Vitez/Image Sport

Il presidente della Fiorentina, Rocco Commisso, ha parlato dei temi d'attualità: "Sono ventitré anni che Mediacom è in attivo, forse siamo fortunati, forse bravi. Io ho quindici manager con quattrocento anni d'esperienza nel campo televisivo, quasi quanto Palazzo Vecchio! La Mediacom ha gente che lavora, poi quando devo fare un investimento lo faccio subito. Nell'ultimo anno ne abbiamo fatti da 3 miliardi, spero nel futuro di ottenere risultati anche a Firenze. Quando c'è stato il Coronavirus se non era per il nostro cavo televisivo non tutti gli studenti avrebbero potuto, ad esempio, seguire le lezioni da casa, e lo stesso vale per lo smart working".

Da quanto conosce Joe Barone?
"Da quattro anni. Conoscevo il suo nome, l'abbiamo preso a dicembre 2016".

Lei dedica il 97% del suo tempo alla Fiorentina. E sua moglie?
"Guarda tutte le partite, come me! Io cerco di capire tutto di ciò che succede attraverso le telefonate e quello che leggo, specialmente le critiche. Qualcuno ha detto che devo fare le conferenze con tutti i giornalisti e non solo con l'addetto alla comunicazione... Ma come è possibile al momento?".

Conosce il nuovo proprietario della Roma, Friedkin?
"No, ma quando pensavo al Milan avevamo in comune lo studio legale".

Che dire a Pallotta?
"Che è importante imparare dagli altri, lui quando è arrivato non sapeva neanche l'italiano. Io invece conosco l'Italia da prima di molte altre persone, dato che ho settanta anni. A Friedkin consiglio di non fare promesse che non può mantenere, come ha fatto Pallotta che disse subito di voler arrivare tra le prima cinque al mondo...".

Il suo obiettivo è arrivare tra le prime dieci in classifica?
"Intanto nessuno ha fatto bene come me al suo primo anno".

A Firenze c'è voglia di Europa, però. Servono ambizioni...
"Io capisco tutto questo, ma non faccio promesse che non posso mantenere. Meno male che c'è Mediacom, che è andata bene nonostante il caos del Covid. Quanto alla Fiorentina, le perdite sono molte di più di quelle che noi un anno fa pensavamo. Nei parametri delle nostre possibilità finanziarie voglio fare il meglio possibile, ma non posso fare come la Juventus o l'Inter. Il fair play finanziario non lo permette".

Gli investimenti di gennaio?
"Meno male che li ho fatti subito".

Perché avere uno stadio di proprietà è così importante?
"Perché, fuori dai risultati sul campo, è ciò che aiuta ad aumentare i ricavi. Basti pensare alla Juventus. Ci sono da considerare il commerciale, il match-day e la televisione. Certe squadre fanno 75 milioni dalle tv, noi 6. Nel caso del commerciale, ossia lo stadio, la media è 184 milioni che si ottengono mettendo ad esempio sulla maglia il suo nome".

Cosa pensa delle parole di Pessina?
"Mi dispiace molto, non ci volevano. Lui ha una competenza e un'esperienza nel suo campo, ma come si permette di parlare dei miei ricavi? Voglio dire una cosa sul centro sportivo, prima del quale avevamo parlato dello stadio e su cui ci era stato messo il veto. Prima di comprare i terreni per il centro sportivo siamo andati da Pessina e ci ha detto di andare avanti così. Abbiamo accontentato la Soprintendenza con tutti i lavori del caso, poi però hanno voluto che facessimo di più... In sostanza i tempi si sono allungati per il Covid, poi a luglio mi hanno detto che avremmo posticipato ancora l'incontro. Infine mi hanno riferito che i lavori possono iniziare a settembre, ma se Pessina non sarà di parola non farò il centro sportivo".

Quindi è pronto a rinunciare?
"Io non accetterò più che qualcuno mi dica che dobbiamo cambiare altre cose, perché abbiamo speso molti più soldi del previsto. Tengo molto a questo progetto, il primo che unirà donne e uomini. Voglio mantenere questa promessa".

Se il centro sportivo non parte, lei non fa neanche lo stadio?
"Esatto, spero che i tifosi lo capiscano perché questa è una cosa seria. In Italia c'è una specie di dittatura di poteri, non è possibile. I funzionari come Pessina devono rispettare pure la politica: mi chiedo perché abbia fatto certe dichiarazioni sull'emendamento".

E i soldi persi?
"Non possiamo fare altrimenti. Pessina e gli altri saranno contenti, magari ci torneranno gli squatter in quei terreni. Ma qui chi decide se si può investire o meno?".

Come le è parsa la politica finora?
"Non c'è credibilità nel fare le cose. Penso che tutta la politica italiana si debba mettere a modo, come sta facendo. Il concetto deve essere quello di far diventare il calcio italiano più competitivo. Io sono venuto a Firenze perché è bella e gli investimenti lo devono essere altrettanto".

Perché l'idea di Campi Bisenzio è considerata di serie B?
"Noi abbiamo questa alternativa. Oppure portare la squadra fuori Firenze, stile America, ma questo non lo faccio. Però si può portare lo stadio da Campo di Marte a Campi Bisenzio. Sono deluso, ma spero che il paese lasci lavorare gli investitori: non capisco perché una Soprintendenza si deve mettere in mezzo a questioni che riguardano uno stadio. Capisco Palazzo Vecchio o Palazzo Pitti, ma allo stadio si va per vedere una partita di calcio".

Ha in programma di prendere un ds da affiancare a Pradè?
"Sono molto contento di Pradè, ha fatto un buon lavoro e continuiamo con lui".

Avrebbe tenuto Iachini anche senza il lockdown di mezzo, con più tempo?
"C'è prima di tutto la meritocrazia. Ho chiesto ai ragazzi: chi mi assicura che cambiando allenatore non rischieremo di nuovo di iniziare male? Io sono molto contento di Iachini, che ha voglia di continuare a fare bene. Ho tutta la mia fiducia in lui".

In che rapporti è con Iachini?
"Durante il Covid sono stato molto vicino a tutti, pure ai giocatori. Ho un buon rapporto con Iachini, ci sentiamo almeno una volta alla settimana. Però non gli dico chi deve mettere in campo, forse quando imparerò di più lo farò (ride, ndr). L'unica cosa che ho chiesto personalmente è stata quella di prendere Amrabat".

Le piace Manuel Locatelli?
"Dovete parlare con Pradè".

Non bisogna arrabbiarsi troppo per le critiche, no?
"Ci sono alcuni che mi fanno i complimenti, altri che criticano. Solo che se io se sbaglio mi scuso, mentre chi esagera con le critiche no. Certe volte me la prendo troppo, anche perché non posso rispondere. Ho detto che non è bello se una squadra vince sempre, invece ci vuole più competizione come all'estero. Io non ho gli stessi ricavi della Juventus e quindi non posso comprare quel tipo di giocatori".

Vuole fare un regalo di calciomercato ai tifosi?
"Io lo spero, ma non voglio parlare del mercato".

Ce la farà la Fiorentina a vincere uno Scudetto in breve tempo?
"Io non sono venuto in Italia a guardare, ho i miei obiettivi. Ma non voglio dire di arrivare qua e là se non posso mantenere la parola, altrimenti perdo credibilità. Non sono nato ieri, i sogni sono una cosa e i fatti un'altra".