Come può giocare la Fiorentina senza Cataldi? Due opzioni (più un jolly) per Palladino

Ha alzato bandiera bianca poco prima della mezz'ora del primo tempo al Benito Villamarin. E sin da subito si era capito che il suo non era stato un infortunio da poco. Forse un riacutizzarsi di problemi che si è trascinato dietro da ottobre, dal primo stop per un infortunio al tallone. Fatto sta che - come tanti, arrivati a questo punto della stagione - Danilo Cataldi al 100% non lo era neanche a Siviglia. Raffaele Palladino ha provato a gestirlo per quanto possibile, poi si è arreso al rischio. Quella contro il Betis era la quattordicesima da titolare nelle ultime quindi per l'ex Lazio. Troppo importante, neanche se al meglio: al centro del sistema costruito da Palladino, Cataldi è la porta girevole da cui nasce quasi tutto quanto prodotto sotto porta dai viola, una sorta di mini-Busquets. Se guardi la partita non lo vedi, ma se lo guardi vedi meglio la partita (diceva questo di Busquets Guardiola, una frase che, con le dovute proporzioni vale anche per il numero trentadue). Cruciale non solo nella prima costruzione e nel rappresentare lo scarico perfetto per i compagni in pressione, ma anche nei recuperi palla e in tutto ciò che è intangibile e con si può rappresentare in dati statistici.
Senza play.
Per questo nell'ultima settimana si è provato a recuperarlo in tutti i modi in vista della semifinale di ritorno. A oggi la sua presenza rimane improbabile - ne darà conto Raffaele Palladino più tardi in conferenza stampa, in programma alle ore 15.30 -. Lo stesso Palladino sta studiando alternative ad hoc per fare a meno di uno dei suoi insostituibili: contro la Roma ha già fatto le prove generali con una mediana però irriproponibile, almeno al completo. Non tanto per Rolando Mandragora schierato nel ruolo di Cataldi (rimane lui il favorito per sostituire, nei compiti e nelle posizioni, il numero trentadue); neanche per quanto fatto vedere da Amir Richardson, in netta crescita. Piuttosto per la presenza di Cher Ndour, che sarà assente domani poiché, al pari di Pablo Marì, non presente in lista Uefa. E allora, come giocherà la Fiorentina senza Cataldi? Due le principali opzioni.
Le due opzioni.
Una dettata proprio dalla trasferta romana: Richardson, appunto, è piaciuto per verticalità e personalità, e rimane un'opzione a sorpresa, in una variante possibile potrebbe esserci lui, con Mandragora e Fagioli (così come visto a inizio ripresa all'Olimpico), con Rolly vertice basso e due mezzali di palleggio. L'altra opzione coinvolge uno Yacine Adlì apparso ancora lontano dalla piena forma (al 70%, forse). Lo schieramento del francese, quantomeno per la parte iniziale del match, potrebbe consentire a Mandragora di ricoprire ruoli e compiti grazie ai quali si è esaltato nell'ultimo periodo, ovvero quello di mezzala di inserimento, 'assaltatore silenzioso' delle aree avversarie. Così facendo la Viola si schiererebbe con l'ex Toro sulla destra, Adlì da play e Fagioli sul centrosinistra. Poi c'è un'altra arma da utilizzare per il centrocampo: si chiama Michael Folorunsho, in teoria sarebbe soprattutto una mezzala, ma da quando è arrivato a Firenze non è mai stato schierato da quelle parti. Proprio per questo, per la sua duttilità e per il suo nuovo ruolo da esterno destro a tutta fascia, viste anche le condizioni non ottimali del rientrante Dodo, è possibile che Palladino risparmi l'ex Napoli per potersi giocare questa carta quando più servirà e soprattutto sull'esterno.
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