Ibrahimovic sul Milan: "Allegri un vincente e lo spirito della squadra è al top"

Senior Advisor della proprietà del Milan di RedBird, Zlatan Ibrahimovic ha parlato dal palco dell'Auditorium di Santa Chiara di Trento nel corso del Festival dello Sport: "Oggi sono rappresentante di proprietà del Milan - le parole riportate da TMW - sono dentro alla Proprietà. Sto provando ad aiutare tutti a fare meglio. A parte questo mi alleno, porto avanti piccoli progetti. Sono sempre attivo. Da quando ho smesso di giocare sembra che il tempo si sia fermato. Ho bisogno di fare cose per sentirmi vivo. Dopo 25 anni mi sono fermato tre mesi, poi sono tornato a lavorare e va bene così. Dallo stress sarò pelato fra un anno (ride, n.d.r.)".
Sul Milan di oggi: "Fino ad ora abbiamo fatto bene. Allegri è un vincente, ha portato la sua esperienza, equilibrio e stabilità. Poi lo spirito è al top, quando vinci è così. La società ha fatto un grande lavoro per fare una squadra competitiva per avere risultati. Passo dopo passo si lavora, tutti uniti per fare il meglio possibili e mettere Max nelle migliori condizioni per fare bene".
Qualcuno critica Allegri per come gioca, che ne pensi? "Ho avuto Allegri come allenatore, abbiamo vinto insieme. Tutto quello che facciamo, lo facciamo per i risultati. Il DNA del Milan è quello di vincere. Finché vinciamo queste critiche si allontanano. Se non vinci, tornano le critiche, sono parte del gioco. Sul gioco: secondo me sta giocando bene, un mix di calciatori di esperienza e talenti futuribili. Non vedo questa cosa sul fatto che giochi meno bene".
Ma è vero che avete litigato? "Non una volta, ma molte volte. Molti si ricordano quella di Londra con l'Arsenal, dopo che abbiamo perso 3-0 con l'Arsenal dopo aver vinto 4-0 l'andata. Quando perdo non sono contento. Poi ho fatto una battuta sul fatto che Allegri avesse portato due portieri in panchina e lui ha risposto: 'Si ma tu sei stato un disastro in campo'. E allora da lì siamo partiti. Quando uno è un vincente, questa è la normalità. Quando esce sul giornale sembra un problema per i tifosi, anche se non dovrebbe, ma i giornalisti hanno le loro spie. I giornalisti in quel momento godono, perché possono scrivere, ma per noi è la normalità".
Dopo lo 0-0 con la Juve hai parlato con Leao? "Dopo Juve-Milan ero dentro allo spogliatoio con tutti quelli della dirigenza del Milan, facciamo tutto insieme quando vinciamo o perdiamo. Dopo la partita con la Juve erano tutti arrabbiati, era una partita che volevamo vincere. Poi dopo è affare di Allegri, nessuno entra quando parla lui. Quando lui finisce di parlare è normale che parli individualmente con i singoli giocatori. Dopo le partite però sono tutti pieni di adrenalina. Le risposte che danno dopo le partite non sono le stesse che ti danno il giorno dopo, per quello bisogna stare un po' attenti. Uno era deluso, l'altro arrabbiato. Devono avere il loro spazio, i giocatori".
Cosa gli manca a Leao per essere fra i migliori al mondo? "Lo so che tanti parlano di Leao, se ne parla perché è fra i più forti al mondo. Di quelli che non sono forti non se ne parla, parlo per esperienza. Qualche anno fa abbiamo vinto lo Scudetto, per me Leao ha vinto da solo, faceva la differenza da fenomeno. Da fenomeno. Le squadre oggi vincono da squadre, prima c'erano giocatori che vincevano da soli e la squadra gli andava dietro. Anche in Supercoppa in Arabia. Chiediamo tanto da lui, ha questa magia. Gli chiediamo tanto, chi non lo conosce, quando fa qualcosa di speciale dice 'wow'. Ma per me che lo conosco è normale quando rende in quel modo. Ma è arrivato ad un'età nella quale può non importarsene delle critiche. Ci aspettiamo tanto da Leao, è normale".
Modric, come fa a quell'età a giocare così? "Lui è un maestro. Non gioca a calcio, è proprio il calcio. Ha fatto una carriera incredibile, a fine campionato l'anno scorso la società era convinta che mancasse esperienza. La prima scelta era quella legata all'allenatore, poi tutto il resto. Pensando all'esperienza, abbiamo pensato subito a Modric. Era uno dei pochi al Real che non si è mai infortunato l'anno scorso. Dopo Milan-Napoli si è visto benissimo chi è in quella immagine in cui esulta a fine partita. Questa è passione, identità. Lui è un maestro".
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