"OCCHI PUNTATI SU..." La Coppa Italia di Delio
Cara, vecchia coppa Italia. Se non ci fossi tu, che tristezza la bacheca della Fiorentina. Due scudetti ("prima della guerra" come dice spesso Delio in una delle sue battute più riuscite) nel '56 e nel '69, una coppa di lega italo-inglese (1976) ed una supercoppa italiana (sì, quella dell'Irina te amo) nel '96. Poi più niente, eccezion fatta per la coppa delle coppe del '61 (il fiore all'occhiello, la ciliegina su di una torta di piccole dimensioni). Meno male, allora, che ci sono le sei coppe Italia ('40, '61, '66, '75, '96, 2001) vanto ed orgoglio della storia (italiana) della Fiorentina. Più altre tre finali perdute con Lazio ('58), Juve ('60), e Parma ('99) che gridano ancora vendetta. Negli ultimi anni, però, anche la pratica della coppa nazionale sembra essere stata dimenticata: con Prandelli delusioni a piene mani (ricordiamo un'eliminazione nel 2008 con la Lazio proprio di Delio Rossi), l'anno prima lo 0-1 di Genova che scatenò le ire dello stesso "mago di orz", nel 2005 l'1-4 di Torino con la Juventus (la sera del gravissimo infortunio di Frey con Zalayeta), il 19 dicembre 2008 lo 0-1 casalingo col Torino con gol di Rolando Bianchi, quando sia Pazzini che Osvaldo si rifiutarono di scendere in campo (e per tutta risposta furono ceduti al mercato di gennaio). Fino all'ultima di Cesare con l'Inter (era il 13 aprile 2010) e lo 0-1 casalingo dopo un altro 0-1 subìto a Milano. Insomma, solo delusioni e dolori in una competizione che (al contrario) poteva rappresentare il riscatto dalle delusioni del campionato. Ecco che (come si dice a Firenze) a questo giro si presenta un'altra occasione, e puntiamo su Delio Rossi che è uno specialista del torneo, quantomeno ha già dimostrato di sapere come si fa... a vincere.
La storia del calcio è piena di storie simili: ci sono allenatori specializzati nel vincere scudetti (Trapattoni, Capello, Lippi...) ma che nelle coppe (nazionali ed internazionali) trovano difficoltà insospettabili, ostacoli che gli impediscono di fare "doppietta" piuttosto che (come fece qualcuno di recente) il "triplete". Poi ce ne sono altri (Mondonico, Eriksson, Malesani...) che trovano stimoli e risultati proprio nella coppa Italia, ritagliandosi così un posto d'onore nella società d'appartenenza. Delio Rossi è uno di questi. Ricordiamo, a proposito, i due risultati migliori conseguiti dal dottor Rossi in coppa Italia. La vittoria nel 2008-2009 alla guida della Lazio: al terzo turno Lazio-Benevento 5-1, al quarto turno Lazio- Atalanta 2-0, agli ottavi di finale vittoria prestigiosissima a San Siro contro il Milan (2-1 ai supplementari). Quarti di finale, Lazio-Torino 3-1, semifinali (unico turno disputato con partite di andata e ritorno: Lazio-Juventus 2-1, Juventus-lazio 1-2, finalissima: Lazio-Sampdoria 1-1 (Zarate e Pazzini) 6-5 ai rigori. Un cammino eccellente nel quale Delio fece vittime illustri come il Milan agli ottavi e la Juve in semifinale (addirittura con vittoria andata e ritorno). Fino alla Sampdoria dell'ex viola Pazzini. Nel 2011 si replica: il Palermo elimina il Chievo negli ottavi di finale per 1-0, poi il Parma per 5-4 ai rigori nei quarti. Quindi il capolavoro in semifinale: Milan-Palermo finisce 2-2 a San Siro mentre i rosanero trionfano al "Barbera" per 2-1, assicurandosi l'ingresso in finale. Ahimè, all'olimpico finirà 3-1 per l'Inter, ma l'impresa di Delio Rossi e del suo Palermo restano negli annali. Delio Rossi, quindi, come uno specialista, e giovedì prossimo (il 24 novembre alle 18) ci sarà il quarto turno dell'attuale competizione con la Fiorentina che affronterà l'Empoli al "Franchi". Fiorentina-Empoli è un remake dell'anno scorso quando, il 26 ottobre 2010, un gol di Babacar al 119' (su invito di Ljaic) piegò gli azzurri di Aglietti. Poi ci pensò la dabbenaggine di Avramov ad eliminare la Fiorentina di Mihajlovic in quel di Parma. Quest'anno potrebbe essere la volta buona: spesso la coppa Italia è stata snobbata, dileggiata, sacrificata sull'altare di obiettivi più prestigiosi (ricordiamo quando con Prandelli c'era una Champions League da giocare, piuttosto che la coppa Uefa da vincere nel 2008). Stavolta no, stavolta può essere l'obiettivo principale di una Fiorentina "work in progress", in ritardo sulla tabella di marcia del campionato, ma regolarmente in corsa per il trofeo nazionale. E allora, dopo il punto d'oro col Milan, prima della trasferta di Palermo (deja-vù terribile per Delio Rossi), giovedì una vittoria con l'Empoli può essere la miglior medicina per una Fiorentina convalescente.