L'INFERNO È FINITO, IL PARADISO CI ATTENDE

04.03.2012 00:00 di  Stefano Borgi   vedi letture
foto di Stefano Borgi
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© foto di Firenze Viola

21 marzo 1982, primo giorno di primavera, e del resto Antognoni per Firenze era come un raggio di sole. E' il giorno di Fiorentina-Cesena, e dal tunnel sotto la "Fiesole" spunta l'inconfondibile capigliatura del "capitano". Oddio, inconfondibile mica tanto, visto che la chioma bionda (evidentemente convalescente) non è ancora quella di un tempo. L'andatura però, quella sì... quella si riconoscerebbe tra mille. Giancarlo Antognoni torna in campo dopo quattro mesi dallo scontro con Martina (era il 22 novembre 1981), ad accoglierlo uno striscione meraviglioso della curva "Fiesole": "Forza Antonio, l'inferno è finito, il Paradiso ci attende". Giancarlo si volta, saluta emozionato, si tira sù la fascia di capitano e guadagna il centrocampo. Fu quello il primo ritorno di Antognoni dopo un grave infortunio, l'altro avverrà il 24 novembre 1985 in un Fiorentina-Bari dopo la frattura di tibia e perone subita col sampdoriano Pellegrini. Anche quella volta ad aspettarlo c'era uno striscione... "Niente ti ha distrutto, sei come il sole, risorgi ed illumini tutto". Del resto, siamo o non siamo nella terra di Dante Alighieri?

Ma torniamo a quel Fiorentina-Cesena del 21 marzo '82, decisiva per la corsa scudetto. Fiorentina a meno uno rispetto alla Juventus, i romagnoli hanno il loro punto di forza nel velocissimo attaccante austriaco Walter Schachner, e per di più hanno già battuto i viola nella partita d'andata. Contemporaneamente i bianconeri se la vedono col Genoa, per un testa a testa entusiasmante. Il "comunale" di Firenze straborda di gente, tutti vogliono salutare il ritorno del "capitano", tutti vogliono continuare a cullare un sogno chiamato terzo scudetto. De Sisti, nonostante il rientro di Antognoni, non rinuncia a Luciano Miani per l'occasione schierato terzino sinistro al posto di Ferroni. La partita segue un canovaccio consolidato: viola all'arrembaggio, romagnoli di contropiede... sempre pericolosissimi. Come al 75' quando Schachner ruba palla a centrocampo, si invola solitario per un gol che sembra inevitabile. Nessuno, però, ha fatto i conti con la velocità di Pietro Vierchowod che si lancia all'inseguimento dell'austriaco e lo recupera prodigiosamente. Roba da non credere, è come aver fatto un gol, il Comunale può respirare. Passano 5 minuti, Antognoni giostra sulla tre-quarti di destra e scodella un pallone a centro area. Graziani "spizza" di testa per l'accorrente Casagrande che, da buon mediano "ciabatta", mettendo fuori causa il portiere bianconero Recchi. Fiorentina-Cesena 1-0. E' la nemesi del calcio, gol sbagliato-gol subito, e stavolta è la Fiorentina ad avere ragione. Termina la partita e Fiorentina e Juventus sono ancora lì, ad un punto di distanza (la juve, intanto, ha regolato il Genoa per 1-0). Da quel giorno Antognoni non salterà più una partita, realizzerà due gol (bellissimo e decisivo quello di Napoli del 25 aprile) metterà tutto se stesso per coronare un sogno, un sogno interrotto per quattro lunghi mesi. Poi, all'improvviso, arriva il 16 maggio, il pareggio di Cagliari, il gol annullato a Graziani, il rigore di Catanzaro... ma questa è un'altra storia.