KOUAME/2, Fui ipnotizzato dai tifosi: vi spiego. Nico...
Queste ulteriori dichiarazioni rilasciate da Christian Kouame all'interno dell'edizione odierna de Il Tirreno: "Io so solo che quel gol lo volevo ad ogni costo (contro la Juventus ndr.). La sera prima un gruppo di tifosi venne da noi: ricordo benissimo di averli guardati, come ipnotizzato. Nei loro occhi avevano qualcosa di diverso. Ecco perché sono corso verso la Curva e mi sono battuto il pugno sul petto, sullo stemma della società: è stata la mia risposta a chi si è domandato a lungo se fossi davvero un calciatore da Serie A".
Cabral può diventare un valore aggiunto?
Arthur è forte, deve solo restare tranquillo. Quello che sta passando lui ora, l’ho vissuto anche io: deve sapere che tutti noi compagni siamo in campo per aiutarlo, ma dentro l’area, credetemi, è davvero forte. Sì, è diverso da Luka. A Jovic piace tornare indietro per giocare, Cabral è più bravo a riempire l’area di rigore".
E Gonzalez come sta?
"Nico sta bene. È uno a cui piace scherzare e deve essere così: se si mette a fare il serio, non è più Nico".
Sul ruolo?
"Ora mi sento più esterno (ride, ndr). Avevo sempre giocato a due davanti, io ruotavo dietro la prima punta: in estate l’allenatore mi ha fatto cambiare e ora, sull’esterno, ho più spazio".
Sul suo passato
"No, crescere senza la mia famiglia non è stato facile, ma per fortuna con me partirono anche altri ragazzi. Eravamo insieme e questo ci ha dato tanta forza. Non ero abituato a stare lontano dai miei cari: i miei genitori erano separati, io vivevo con mio padre e mio fratello, ma nostra madre era comunque piuttosto vicina. Una distanza come quella tra lo stadio ed il centro storico di Firenze. All’inizio è stato difficile, ma sapevo che dovevo adattarmi subito. La consapevolezza di essere arrivato in Italia per realizzare il mio sogno di diventare un giocatore professionista ha prevalso: mi sono concentrato su questo, senza pensare ad altro".