CORR. FIOR., Perché così tanti scontenti?
Sul Corriere Fiorentino spunta questa mattina un'interessante riflessione dalla penna del giornalista Ernesto Poesio. Ve ne proponiamo alcuni passi: Una sorta di assuefazione [...] a una Fiorentina che non attrae più come un tempo e dove, anzi, i talenti si mettono in fila, valigie in mano, aspettando il proprio turno per salutare. E c’è qualcosa di preoccupante, forse perfino più della classifica, nelle parole di Prandelli che ha rivelato candidamente come nello spogliatoio la parte di scontenti sia superiore al normale rendendo più difficile il suo lavoro (e prima quello di Iachini e Montella). Gli anni così detti «di transizione», eufemismo utilizzato quando le aspettative improvvisamente si abbassano, possono essere un’occasione per costruire un nuovo ciclo, ma senza una prospettiva credibile, un progetto, una rotta, rischiano invece di dilapidare quanto di buono è stato fatto in passato per portare la Fiorentina a rappresentare stabilmente una realtà di primo piano. [...] E viene da chiedersi come mai ci siano così tanti «scontenti» nel gruppo viola.
In fondo si trovano in un club rinnovato, con un proprietario entusiasta e voglioso di portare la Fiorentina in alto, dove «i soldi non sono un problema». Eppure i malumori in questi mesi sono apparsi evidenti in più di un’occasione. C’è qualcosa, insomma, che stona tra la realtà fatta di risultati (pochi) e la narrazione che la società fa di se stessa. Non sarà che, come ha fatto capire Chiesa dopo la partita contro il Milan («Qui alla Juventus i veterani e la società chiedono di più»), i giocatori oltre al folclore e all’entusiasmo hanno bisogno di una guida forte, di sentirsi parte di un progetto ben definito, per rendere al meglio?