RFV

Sabatini sulle coppe europee: "Chi non le fa, non è competitivo. Superlega? Calcio dei ricchi"

Sabatini sulle coppe europee: "Chi non le fa, non è competitivo. Superlega? Calcio dei ricchi"FirenzeViola.it
© foto di Antonello Sammarco/Image Sport
Oggi alle 20:20Radio FirenzeViola
di Ludovico Mauro

Walter Sabatini, navigato direttore sportivo di altissimo livello, è stato ospite di Radio FirenzeViola nel corso di "Scanner", programma di approfondimento a cura dell'avvocato Giulio Dini che oggi si è concentrato sui format delle competizioni europee, dopo la ristrutturazione di un anno fa. Queste le parole di Sabatini: "C'è una chiara differenza tra le varie coppe. La Champions porta ricavi enormi se arrivi in finale, il gettito delle coppe è diventato determinante per i club. Chi non partecipa, non è competitivo. Ci sono giocatori che cambiano squadra solo perché vanno dove si fa la Champions. Chi fa le coppe ha vantaggi enormi. Bisogna che le società sappiano che le loro squadre devono essere competitive per entrare nelle coppe. Nelle squadre metropolitane non si pone il dilemma, ma nelle medie bisogna pensare all'Europa. Il Bologna, ad esempio, sta gettando le basi per fare la Champions e aprire un ciclo".

Da ds, il calciatore richiede espressamente di fare le coppe?
"Certamente. Non si muovono da dove sono, se vengono cercati da club che non fanno la Champions. I club devono pensare a roster competitivi, con ruoli doppi, in grado di fare calcio anche con situazioni di mercato di "secondo piano". Che poi, in realtà, puoi andare in Paesi dove il calcio è minore, come in nord Europa, e trovare grandi giocatori. Bisogna conoscere il mercato".

I club italiani si pongono così?
"Dipende molto dall'allenatore, che però deve essere sostenuto dalla società. Ogni club di Serie A, oggi, ha la seconda squadra o la Primavera con calciatori molto forti. Ma all'estero giocano ragazzi del 2008 senza fare notizia, mentre da noi non accade. Anche perché se non giocano, campioni non diventano. In Italia, per esempio, non accettiamo la sconfitta: c'è sempre la caccia al colpevole. Mentre all'estero la sconfitta si accetta più serenamente".

Cosa pensò quando si parlò per la prima volta della Superlega?
"Quando venne fuori non mi piacque. Sembrava il calcio dei ricchi, i club devono partecipare alle coppe solo se lo meritano. Il calcio deve premiare, io sono sempre per le competizioni aperte e il loro allargamento. Consapevole che poi aumenta il rischio infortuni, ma nel pallone deve prevalere la meritocrazia".

Ascolta il podcast per l'intervento integrale!