Vanoli operaio nell’Hotel Viola a 5 stelle: cerca uomini veri, non turisti del calcio. Dubbi sui dirigenti? Ora sono in prima linea e devono cambiare passo. Sabato arriva la Juve con un modulo diverso

Vanoli operaio nell’Hotel Viola a 5 stelle: cerca uomini veri, non turisti del calcio. Dubbi sui dirigenti? Ora sono in prima linea e devono cambiare passo. Sabato arriva la Juve con un modulo diverso
Oggi alle 00:00L'editoriale
di Angelo Giorgetti

Nella speranza di far recuperare ai giocatori un po’ di cazzimma da squadra nei guai, almeno quella, Vanoli ha subito indossato la metafora dell’elmetto. E con il graffio della voce roca ha toccato le corde più sensibili fra i tifosi: molti di loro assaporano un sottile senso di soddisfazione, perché essendo a buon punto la filiera delle dimissioni/licenziamenti di un gruppo dirigenziale probabilmente incapace di gestire e trasferire concetti essenziali, nel mirino sono finiti i comportamenti della squadra. Immaginiamo in queste ore i giocatori in tuta da lavoro nell’Hotel Viola a cinque stelle che tutto il mondo del calcio invidia alla Fiorentina, al punto che dopo l’inaugurazione è stata lunga e reclamizzata la fila delle personalità chiamate a raccolta per magnificarlo: ora le pareti sono piene di foto ricordo, ma a quanto pare in classifica non servono. A proposito dei nuovi acquisti, Vanoli ha precisato che tanti di loro devono ancora capire dove sono arrivati e la riflessione continua a stupirci per l’ingenua gravità che rappresenta: l’ultimo posto è dunque figlio di una serie di eventi di malagestione sul campo e nei dintorni, ma anche di una specie di 'turismo dell’anima' che pochissimo ha coinvolto chi indossa una maglia così pesante come quella della Fiorentina.

In sostanza, sembra che nel centro sportivo a 5 stelle abbia funzionato tutto, fuorché la capacità di trasmettere ai calciatori la notizia che siamo a Firenze e quindi devono trasformarsi in una squadra in grado di rappresentare l’orgoglio della città. Come se ai giocatori fosse stata consegnata la chiave magnetica per entrare nella Spa, ma senza indicazioni per il resto dell’Hotel. E così la beata compagnia immersa nel meglio del meglio - ci mettiamo tutti, a cominciare dai dirigenti - è scivolata verso l’ultimo posto in classifica, senza rendersene conto, gustandosi l’isolamento nel VP. Vetrate brunite e classifica in rosso.

Pare che Vanoli stia riuscendo a riportare tutti alla realtà e speriamo si vaccini per sempre contro il morbo della struttura Vip, ma per ritrovare la quadra in campo servirà ben altro. Prima di tutto, un gruppo di giocatori consapevoli del pericolo e in questo senso crediamo che davvero poco incida un cambio di modulo: senza la volontà di aiutarsi e la giusta concentrazione, la Fiorentina potrebbe disporsi con la difesa a 10 riuscendo lo stesso a prendere gol (peraltro è già successo troppe volte). Il nodo della preparazione fisica è un fase di assestamento e dovremmo disporre di dati precisi per avere certezze, non solo fortissimi indizi a proposito della soglia di fatica gestita con un occhio di riguardo per preservare la situazione di comfort per i giocatori, prevenendo di fatto anche gli infortuni muscolari (la Fiorentina è la squadra che ne ha avuti meno finora). Vedremo i risultati del lavoro sul campo e del nuovo equilibrio a centrocampo cercato da Vanoli. I messaggi personali sono arrivati tutti, da Gudmundsson a Fagioli, senza dimenticare il play Nicolussi Caviglia che a Genova ‘non è stato bravo a cambiare gioco’. Abbiamo il sospetto che Vanoli abbia dato con molta franchezza giudizi specifici su questi giocatori solo perché non sono arrivate domande su altri singoli: ne avrebbe avuto sicuramente anche per loro, di risposte appuntite.

Sabato arriverà la Juve e figuriamoci se nel mondo viola esiste un’altra partita migliore per rilanciarsi, ma è vero anche l’esatto contrario. Nel frattempo Spalletti sta pensando a un cambio di modulo (4-3-3 o 4-2-3-1), vedremo i risultati ma emerge la volontà di aggiustarsi per valorizzare qualità che sono rimaste sotto coperta, soprattutto in attacco. Certo i 18 gol subiti dalla Fiorentina - peggior difesa del campionato - possono aver consigliato a Spalletti di accelerare le modifiche che aveva in testa e quindi occhio, questo è un messaggio in più.

Dopo l’addio di Pradè è stato promosso il vice Goretti e la struttura dirigenziale si è ulteriormente ridotta. Nella pericolosa foresta del calcio, la Fiorentina rimpicciolita e ferita è un bersaglio sensibile per i predatori e l’odore della sofferenza si fiuta da lontano: i dirigenti che rappresentano il club non hanno una storia calcistica che tranquillizza, dal punto di vista delle mosse da compiere in un momento di così grave pericolo, ma non c’è dubbio che anche loro dovranno cambiare passo, esporsi, prendere in pugno la situazione e accreditarsi meglio agli occhi di tutti. Da ora in poi ogni punto avrà un valore moltiplicato, è necessario che Firenze abbia la garanzia di tutela e imparzialità sotto qualunque aspetto, dagli arbitraggi in giù, passando per ogni tipo di azione all’interno del Palazzo (calendari compresi). Serviranno competenza e diplomazia. In una intervista rilasciata al Corriere Fiorentino, Prandelli ha definito i dirigenti viola ‘brave persone’, aggiungendo però che ‘per gestire certe emergenze serve una struttura importante’. Altro messaggio di vita vissuta: ‘L’allenatore non deve essere lasciato solo. Non voglio tornare alla mia esperienza, ma di sicuro anche io trovai grandi difficoltà’. Prandelli ha vissuto la Fiorentina da dentro nel 2021: la classifica sembra dire il contrario, ma in un momento così grave ci auguriamo che qualcosa stia cambiando.