BRUNI A RFV, Non c'è un Passarella ad oggi in viola

31.07.2022 13:00 di  Redazione FV  Twitter:    vedi letture
BRUNI A RFV, Non c'è un Passarella ad oggi in viola
FirenzeViola.it

Direttamente ai microfoni di Radio FirenzeViola ha rilasciato dichiarazioni Luciano Bruni, ex giocatore viola nonché campione d’Italia con il Verona nel 1985. Queste le sue parole, a partire dal ritorno in Europa della Fiorentina: "È un evento importante, a testimonianza dell’ottimo lavoro di Italiano. Ci sono buoni presupposti in quanto era anche al primo anno, ottenere subito questi risultati. Tutto sta nel trattenere giocatori chiave come Milenkovic, per avere i giocatori giusti per affrontare tutte e tre le competizioni". 

Italiano è il punto di riferimento della Fiorentina?
"Sicuramente sì. Ha fatto vedere che c’è. E un ottimo allenatore, ha carattere, fa giocare bene la squadra. Deve essere un punto di riferimento. È importante trovare giocatori funzionali al suo sistema di gioco e soprattutto fare spese non folli ma mirate dove manca qualcosa. Meglio dell’allenatore non lo sa nessuno". 

Jovic può fare davvero 30 gol come ha detto?
"Non è facile. Il campionato italiano non è una cosa per tutti i giocatori. Però si è già inserito, ha delle buone caratteristiche, con Gonzalez e Cabral possono compensarsi tra loro. La squadra è la solita, manca un centrocampista di qualità".  

Un altra mezzala manca tanto secondo lei?
"Serve alla luce del fatto che ci sono più competizioni. Abbiamo sempre discusso della posizione di Amrabat già quando c’era Iachini. A mio avviso uno come Torreira ci vorrebbe, mi è dispiaciuto vederlo partire perché mi piaceva molto, era davvero utile alla squadra. Ero contento quando lo presero, lo stimavo già alla Sampdoria. Va sostituito, ma comunque Amrabat può fare senza problemi il regista". 

Cosa ne pensa di un altro addio precoce, come quello di Cosimo Fiorini?
"Sono un po’ all’oscuro di tutto ciò. Dispiace se era un prodotto della Fiorentina, che da anni lavora bene, sforna buoni giocatori anche se non tutti rimangono a Firenze. Dispiace perderli, soprattutto all’estero. Le società sono ostaggi di questi personaggi, i procuratori. È un sistema che non tutela le società e tanto meno il calcio italiano. Servirebbe più coraggio a far giocare i nostri ragazzi". 

Quanto è cambiato il calcio dai suoi tempi?
"Tantissimo. In tutto. Devo dire la verità, mi piaceva più quello. Ma non perché l’ho fatto io, ma si respirava un’aria meno viziata. Oggi è un po’ troppo esagerato, i giocatori pensano prima ad altro come alla capigliatura, quando invece ai miei tempi c’era un Mazzone che veniva subito a riprenderti". 

Vede un leader come Passarella nello spogliatoio viola?
"Non vedo personalità e carisma. Forse Biraghi può essere quello più accreditato per la fascia. Ma trovare uno di oggi da paragonare a Passarella è dura". 

Quali devono essere gli obiettivi l'anno prossimo?
"Intanto andare più avanti possibile in Europa. Poi passando via via i turni l’appetito vien mangiando. Mentre in campionato la Fiorentina esprime un buon calcio, quindi non deve esserci fretta nell’esaltarsi o deprimersi per pochi risultati buoni o non. Nel calcio bisogna essere tranquilli, andare avanti quotidianamente come sa fare bene Italiano".