BIGON A RFV, Scouting-video importante. Hickey...
L'ex direttore sportivo del Bologna e Napoli Riccardo Bigon ha parlato a Radio Firenzeviola durante "Scanner", a cura di Giulio Dini. Queste le sue parole sullo scouting: "Credo che fare il dirigente in qualsiasi ambito debba avere dei collaboratori che portino avanti un buon lavoro. Da sempre, avendo fatto quasi venti anni di Serie A sono partito da un livello dove lo scouting non esisteva. Ad un certo punto mi sono trovato di fronte il momento in cui questo settore era importante e è stato necessario costruirlo. Anche di riorganizzazione dell'organigramma societario, fino poi al Corso di Scouting a Coverciano".
Hickey, Tomiyasu, Theathe, Schouten si sono rivelati colpi azzeccati dopo scouting: "Bisogna dividere l'individuazione del talento da individuare quelle caratteristiche necessarie per la realtà dove operi. La difficoltà principale è quella di riuscire a individuare il giocatore di talento contestualizzato alla tua realtà, come gioca l'allenatore, l'ambiente, i compagni, lo spazio nella rosa. Non è difficile individuarli, ma trovare quelli funzionali alla tua realtà. Il lavoro del direttore sportivo è principalmente sviluppare talenti".
Si può fare lo stesso lavoro in tutti i club?
"No, le realtà sono tutte molto diverse. Ci sono tanti professionisti che hanno espresso le proprie qualità nel migliore dei modi in un ambiente, mentre da un'altra parte hanno fatto male. Un dirigente deve riuscire che tutte le persone coinvolte nel sistema diano il meglio di loro stessi. Per lo scouting è la stessa cosa: se dai un seguito alle loro visioni allora anche loro sono più motivati. C'è molto lavoro in profondità e solitamente questo da fuori non si vede".
Si può fare scouting-video?
"E' un'evoluzione che sta seguendo il calcio. Venti anni fa non era proponibile. Gli scout stessi si sono allenati verso questa direzione. Hickey per esempio è stato visto da remoto, è l'unico giocatore che ho preso da remoto senza andarlo a vedere dal vivo. Con i video per esempio puoi vedere anche 50 partite, invece che 2/3 allenamenti. Se hai l'occhio, il monitoraggio video ti dà l'opportunità di visionare anche calciatori all'estero, soprattutto nella fase iniziale di osservazione, piuttosto che magari fare un viaggio a vuoto".
Come si parametra il calciatore in base al campionato di provenienza?
"Il calcio è in continuo cambiamento. Bisogna stare attenti a dare giudizi affrettati. Per esempio il campionato scozzese ha fatto molti passi in avanti. Poi si guarda anche un po' la scuola, di come si lavora nel settore giovanile. Ci sono anche delle caratteristiche peculiari del territorio: basta vedere per esempio la differenza tra i giocatori scozzesi e quelli brasiliani dal punto di vista ambientale".