ROTTURA TOTALE
Sono poche le cose da salvare dalla serata del Franchi. Anzi, a pensarci bene risulta proibitivo trovare del positivo in una partita in cui anche la traversa di un volenteroso Gomez finisce per inerzia nel calderone delle polemiche. Polemiche che, questa volta in maniera molto più delineata e concreta, riempiono la bocca dei tifosi presenti allo stadio (e non solo) come mai forse era successo in questa stagione già tribolata. Del resto, dopo la sconfitta di Genova era lecito aspettarsi ben altra prestazione, ben altra grinta e determinazione. Ma, più di tuti, era lecito aspettarsi punti per la classifica in emergenza. Ed invece, il lunedì post partita accompagna il mondo viola in un malinconico periodo che, come vuole il destino, si protrarrà per ben due settimane complice la sosta di campionato per gli impegni delle Nazionali. Montella avrà tempo di riflettere su cosa, per l'ennesima volta, non è andato per il verso giusto. Eccome se ne avrà. E magari, chissà, la sosta farà anche bene a tutto il gruppo. Un colpo di spugna a questi primi mesi.
Alcune cose, però, non si possono riparare in pochi giorni (almeno sulla carta). Dalla sconfitta del Franchi c'è infatti un giocatore che, più di tutti, ne esce sconfitto. Josip Ilicic ha forse fissato il punto di non ritorno con Firenze, coi tifosi. L'ennesima prestazione deludente, contornata da due gesti che hanno alimentato (se fosse possibile) le critiche dei sostenitori nei suoi confronti, è stata tra i principali temi di discussione del post-partita. Del resto, come potevano passare inosservati il lancio, dopo pochi minuti di gioco, del lutto al braccio che la Fiorentina ha indossato in ricordo di Pirovano e il segno del dito alla bocca, a zittire il pubblico, al momento della meritata uscita dal campo? Come si dice spesso in questi casi, c'è modo e modo di giocare. C'è modo e modo di perdere. E Ilicic ha clamorosamente fallito in entrambi i casi.