QUATTRO MILIONI DI PENSIERI

22.11.2020 20:20 di Andrea Giannattasio Twitter:    vedi letture
QUATTRO MILIONI DI PENSIERI
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© foto di Federico De Luca 2020

Chissà se alla Fiorentina - tra la tribuna del Franchi e gli Usa - qualcuno avrà iniziato a porsi qualche serio interrogativo su Franck Ribery. Il tarlo nella mente si sarà quantomeno insinuato, alla luce dell’ennesimo infortunio occorso al numero 7, che anche oggi al 40’ della gara contro il Benevento ha dovuto alzare bandiera bianca per un risentimento muscolare che, per fortuna, ha escluso lesioni. Ma che, in ogni caso, potrebbe mettere a forte rischio il francese per il prossimo big match, quello di San Siro contro il Milan. Un vero peccato visto che, oltre alla seconda parte di gara di oggi, quello del Meazza potrebbe essere il terzo forfait di una stagione fin qui travagliata per l’ex Bayern, in cui - eccezion fatta per i due assist contro l’Inter alla seconda giornata - non si segnalano altri acuti o giocate decisive nell’economia della squadra. E questo, è sempre bene ricordarlo, a fronte dei 4 milioni all’anno che percepisce.

Colpa, forse, di un modo di giocare con Beppe Iachini che fino a prima della sosta non lo ha agevolato (spesso è stato visto girovagare e prendere pedate sulla linea dei centrocampisti) ma anche di una componente emotiva che, rispetto ad un anno fa, ha fatto scendere - e di molto - l’entusiasmo di Ribery, deciso sicuramente a lasciare Firenze al termine di questa stagione dopo aver meditato un paio di volte l'addio in estate: il rapporto idilliaco che si era formato con una parte della dirigenza ad agosto 2019 non sembra più essere tale. C’è poi il discorso legato alla tenuta fisica, con la solita caviglia che fin da settembre non gli ha mai dato tregua, al pari di altri acciacchi che - come nel caso della gara contro l’Udinese - lo hanno limitato o messo ko. Insomma, una serie di intoppi (normali quando si gioca a calcio a 37 anni abbondanti) che sul conto del francese, in società, potrebbero aver fatto sorgere il dubbio sull’opportunità di aver investito un anno fa sullo svincolato Franck. Un po' - verrebbe da dire - come avvenuto già per Mario Gomez nel 2013 (che aveva però molte meno primavere sulle spalle e fu pagato molti soldi).

Anche perché, oltre ai numeri attuali del 7, ci sono quelli messi insieme nella scorsa stagione che lasciano perplessi se sommati a quelli di ora: appena tre gol, altrettanti assist, due sole partite giocate per 90’ e ben diciassette gare saltate (dato inflazionato, ovviamente, dal rosso rimediato contro la Lazio e dal grave infortunio di novembre 2019 ma senza il lockdown le assenze sarebbero state molte di più). Di fatto la metà del campionato. Oggi però, oltre ad un mancato apporto alla manovra, sembra essere concreto anche un deficit a livello mentale da parte del calciatore, visto che la sua proverbiale leadership e la dose di esperienza che Ribery ha accumulato nel corso della sua carriera sembrano essere venuti meno. Oppure non essere sufficienti per risollevare mentalmente una Fiorentina che si sta pian piano adagiando nella mediocrità e che anche oggi, per larghi tratti, è parsa allo sbaraglio. Il lavoro di Prandelli sarà tanto: e molto passerà anche dal recupero fisico e mentale del suo fuoriclasse.