PIF, Cos'è il fondo arabo interessato alla Fiorentina
Il fondo saudita PIF (Public Investment Fund), accostato stamani alla Fiorentina, è sbarcato in Europa rilevando il Newcastle. Si tratta di un fondo sovrano, ovvero un fondo d’investimento pubblico di proprietà del governo del proprio paese, l'Arabia Saudita, e il suo valore è di 370 miliardi di euro. A partire dalla fondazione, nel 1971, si è occupato di gestire società nazionali senza avere una particolare influenza sull’economia del Regno.
Nel 2015 ha rilevato il 38% del colosso sudcoreano Posco Engineering & Construction e nel 2016 le quote di Aramco, la compagnia petrolifera saudita (la prima al mondo per emissioni di carbonio), oltre a una quota di minoranza di Uber per circa 3,5 miliardi di dollari e all'unione con SoftBank per un investimento da 45 miliardi in tre anni su un fondo congiunto.
Il presidente del fondo è il principe Mohammed bin Salman, balzato agli onori delle cronache per l’omicidio nel 2018 del giornalista saudita Jamal Khashoggi, tra i principali critici del regime di Riyad. Secondo un rapporto delle Nazioni Unite, "le autorità saudite hanno permesso, se non diretto" l’esecuzione del reporter. Per questo, ma anche per altre violazioni dei diritti umani da parte dei regnanti dell’Arabia Saudita, non tutti hanno visto di buon occhio, sia Oltremanica sia nel resto d’Europa, l’ingresso del fondo nel mondo del calcio.
Il PIF sta, inoltre, investendo in città industriali di nuova creazione che stanno sorgendo in tutta l’Arabia Saudita, strategia inserita all’interno di "Saudi Vision 2030", un gigantesco progetto per diversificare l’economia del paese nei prossimi 10 anni e sviluppare infrastrutture, sanità, turismo e istruzione. Si tratta di un piano di Bin Salman per "alleggerire" la dipendenza economica del paese dal petrolio.