PECCATO DI PRESUNZIONE
Se quello di ieri pomeriggio doveva essere un esame, la Fiorentina lo ha decisamente fallito. Mai in partita, i viola hanno ben presto alzato bandiera bianca al cospetto di una Juventus che ha dominato e controllato la partita dal primo all'ultimo minuto, in quella che dalla piazza (e pure della proprietà, come si è visto) era considerata probabilmente la partita dell'anno. Sul banco degli imputati finiscono giocatori e tecnico: d'accordo la filosofia propositiva di provare sempre e comunque a fare la partita e giocare la palla, ma forse talvolta non sarebbe opportuno un pizzico di maggiore umiltà? L'atteggiamento (a tratti presuntuoso) è a conti fatti costato le sconfitte con Napoli, Inter, Roma e, ieri in maniera ancor più evidente, Juventus.
Il confronto fra i reparti nella sfida di ieri è stato dopotutto impietoso. Tre reparti, tre bocciature. La difesa, fatta eccezione per Viviano, ha giocato probabilmente la peggior partita dell'anno: Roncaglia è responsabile di entrambi i gol della Juve, visto che il tiro di Vucinic è arrivato dopo una sua respinta e Matri è lasciato solo a centro area in occasione del raddoppio; Savic e Gonzalo Rodriguez hanno mostrato a tratti leggerezza, superficialità e presunzione che contro certe squadre si pagano.
A centrocampo è mancato Pizarro, che ha straperso la sfida contro Pirlo. Il cileno quasi mai è riuscito a dirigere ed impostare il gioco viola, ma soprattutto ha perso tanti, troppi, palloni con errori anche banali. Pirlo, dal canto suo, a differenza dell'andata (dove a lui erano attaccati Romulo e Ljajic), è stato libero di fare quello che voleva. Borja Valero è apparso sottotono, mentre Romulo è parso un pesce fuor d'acqua al cospetto di un centrocampo stellare come il Marchisio-Pirlo-Vidal dei bianconeri. In attacco, poi, Toni ha lottato ma Jovetic è ripiombato nell'anonimato con i soliti tiri da distanza chilometrica e poco altro.
Stavolta non ha funzionato neanche l'effetto Diego Della Valle. Dieci mesi fa l'impresa pasquale di S.Siro contro il Milan regalò di fatto la salvezza ai viola (e lo scudetto alla Juve), ieri il miracolo non si è ripetuto, nonostante la visita di Diego che - come il fratello Andrea - teneva particolarmente alla sfida contro la premiata ditta Agnelli-Marchionne. La partita di ieri, inoltre, ha probabilmente ridimensionato la Fiorentina perché ha detto che i viola, Rossi o non Rossi, sono ad oggi distanti anni luce dalla dimensione della lotta scudetto, e probabilmente anche da quella per il 3° posto. La sfida di domenica prossima contro l'Inter farà capire se questa Fiorentina potrà dire ancora la sua almeno nella lotta per l'Europa League, visto che il 6° posto attuale (se la Roma arriva in finale di coppa Italia) potrebbe non servire a niente.