OLTRE IL RIGORE: QUEL GIOCO CHE NON C'È E I NUOVI DUBBI DI ROCCO SULL'ALLENATORE

Della partita persa ieri sera contro la Roma a pochi minuti dal termine rimarrà presto ben poco nelle menti dei tifosi della Fiorentina, al di là di una comprensibile scarica di rabbia che ha guastato il lunedì mattina. Margini per chiedere un replay non ce ne sono (il club viola ieri si è informato sulle possibilità di rigiocare il match per manifesto errore tecnico ma, facendo fede solo il referto arbitrale di Chiffi, le speranze sono pari a zero) e in fin dei conti per la classifica di Pezzella e compagni uno o zero punti fa davvero pochissima differenza. Semmai a masticare amaro può essere il Milan, condannato con tutta probabilità a un’estate infernale con i preliminari di Europa League, ma questo dalle parti di Viale Fanti importa poco. Conta invece (e anche tanto) capire quello che sarà il destino della guida tecnica della Fiorentina, che anche ieri - al di là di un ko poco meritato per l’attenzione tenuta dalla difesa per tutti i 90’ - ha visto aggiungersi nuove perplessità a quelle che già si erano sommate nel corso degli ultimi mesi.
Davvero Iachini è l’uomo giusto per proseguire un percorso di crescita che porterà la Fiorentina - parola di Commisso e Pradè - a diventare in breve tempo un club fortemente competitivo? Davvero il tecnico ascolano è il personaggio adeguato a guidare uno spogliatoio che l’anno prossimo partirà con l’obiettivo di lottare fino alla fine per la qualificazione in Europa? Ma soprattutto: davvero il calcio antico di Beppe, tutto catenaccio e contropiede, è il massimo a cui può aspirare il popolo viola dopo quattro anni di gioco pressoché solo speculativo, dalla seconda stagione di Sousa fino a quella attuale vissuta tra mille difficoltà? Le alternative, è bene dirlo, non convincono un granché: tanto Giampaolo quanto Di Francesco sono reduci da notevoli fiaschi sportivi e vanno da tempo alla ricerca di una nuova verginità, dopo aver saputo fare grande calcio in provincia (anche se, a onor del vero, l’ex giallorosso ha raggiunto anche una semifinale di Champions). Ecco perché i viola stanno temporeggiando e le chance di conferma di Iachini negli ultimi giorni sono improvvisamente cresciute. Senza, tuttavia, entusiasmare la piazza che già da ieri sera - archiviato il ko - ha espresso tutto il suo disappunto per l’assenza di gioco della squadra.
Rocco Commisso dunque, a poco più di un anno da presidente della Fiorentina, è chiamato alla scelta più difficile: quella di indicare - possibilmente in breve tempo - il nome di chi guiderà la Viola versione 2020/21: una decisione non semplice, visto che era stato proprio il patron un anno fa a credere in Montella, salvo poi dover tornare sui suoi passi dopo 17 punti in altrettante gare a fine dicembre. Iachini o non Iachini, pare in ogni caso ormai chiaro che lo stratagemma del “tutti indietro e contropiede” (certo utilissimo nei momenti di difficoltà) non è un modo di fare pallone che Firenze è disposta ancora a lungo a tollerare, specie se vuole tornare a vivere già tra due mesi un campionato da protagonista, come del resto è sempre stato nelle ambizioni della nuova proprietà. E magari a Certaldo da oggi a qualcuno - tra il granturco alle galline del Cioni e un biscotto alla papera Biancaneve - fischieranno ancora di più le orecchie.
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