MAZZINI, La dichiarazione spontanea a Napoli
Giudice Casoria: «Lei chi è?». «Io sono Innocenzo Mazzini. Signor presidente, ho chiesto di poter effettuare dopo cinque anni di assoluto silenzio possa offrire il mio contributo per comprendere i fatti. [...] "La Fiorentina, è la squadra della mia città, c’erano state traversie, col fallimento della società e marce di tifosi arrabbiati. In tre anni tornati in A grazie ai fratelli Della Valle: il primo campionato di A è quello 2004-2005. In questa stagione la Fiorentina va in difficoltà: non fa risultati pari agli investimenti, siamo in periodo elettorale. In Figc e in Lega ci sono problemi per il rinnovo delle cariche e la dirigenza della Fiorentina contesta la ripartizione dei diritti tv, per come proposta da Galliani. E si oppone al rinnovo di Carraro e Mazzini-Abete vice: a fine 2004 si risolve col patto della staffetta. La squadra continua ad andare male, nonostante l’accordo dei dirigenti. E ci sono gruppi di tifosi che vorrebbero far fuori i Della Valle. Oggetto di voluta persecuzione arbitrale, di questo si parlava: ma gli “errori” sarebbero cessati con l’accordo sulle nomine. E l’assetto prevedeva un accordo richiesto dalla Fiorentina: dopo due anni Carraro, via Abete presidente e io vicario. Alla fine la soituazione federale è ok, la Fiorentina è molto inguaiata, ci sono errori arbitrali: errori in perfetta buonafede, senza spinte. Grave manifestazione contestazione: banconote di 100 euro in tutto lo stadio e nomi di tutti gli arbitri con striscioni “venduti”, possibili gravi problemi di ordine pubblico. I dirigenti della Fiorentina si rivolgono al sottoscritto: mi chiedono aiuto in questa delicata situazione, dicendomi che c’era qualcuno che gli aveva prospettato l’idea di “comprare” utilizzando molti soldi arbitri e giocatori per salvare la Fiorentina. Se io fossi stato il delinquente che non sono, quale migliore situazione di questa per lucrare un lauto compenso e assecondare questa politica delittuosa: invece, come risulta dall’intercettazioni, io ho immediatamente ricudsato questa prospettiva, dicendo che non si fanno gli illeciti, non si fanno troiaii. Al contrario ho suggerito di mutare indirizzo contro la classe arbitrale da parte di tutta la Fiorentina, come città: piolitici, tifosi, allenatori, dirigenti, calciatori. Serviva un rapporto cordiale, in assenza di ostilità, conosco infatti troppo bene gli arbitri: quanto più vengono attaccati e tanto meno li troverai imparziali, l’attacco sistematico produce reazioni contrarie».
«Per questo il famigerato incontro non vietato al ristorante tra me, Bergamo e i Della Valle e altri 50 avventori. In quella occasione la volontà di non fare più muro contro muro, e mettere la squadra in condizione di giocare le chance alla pari degli altri, alla pari degli altri. E parlo di 50 per cento... Tra parentesi: inviti conviviali, riferisco di incontro a casa Bergamo con Giraudo e Moggi, come quelli organizzati con Facchetti e Galliani quando venivano Milan e Inter a Livorno. In quegli incontri c’era la volontà di Begramo di non riassumere la carica di designatore: era stato nominato da Juve, Inter e MIlan a quei club lo voleva comunicare. E io vicepresidente, era opportuno che ci fossi».