LIBERI DALLE RESPONSABILITÀ
L'importante è crescere come mentalità vincente e di squadra e soprattutto giocatori liberi dai fardelli che in questi ultimi mesi si erano caricati. Cesare Prandelli che questa mattina è tornato a parlare dopo la prima settimana di allenamento ha sottolineato la bontà della rosa ma anche la ricerca, come ha sempre fatto d'altronde, di una mentalità vincente. Una scossa dunque alla mediocrità di pensiero in cui era finita la Fiorentina, accontentandosi di come andavano le cose e non guardando allo step successivo, alias asticella, come direbbe lo stesso Prandelli. E quando i giocatori hanno provato a guardare quello step si sono caricati di responsabilità individuali troppo alte per supportarle, senza un gioco di squadra. E su questo tema è tornato Prandelli parlando degli attaccanti per i quali la gioventù non deve essere un alibi ma un punto di partenza per migliorarsi e soprattutto chi gioca davanti non deve disperdersi in altri ruoli. Non a caso cita Cutrone, parlando di giovani, ma anche di Ribery. Soprattutto sul primo ha detto che non deve spendere energie per andare a prendere il pallone: deve essere la squadra a portarglielo e per questo le punte di Prandelli hanno fatto sempre tanti gol (vedi Toni).
Per Ribery, il discorso fatto è simile pur con le dovute differenze: lui è già un campione e un fenomeno che sa quello che fare, ma non deve strafare. Deve essere sempre la squadra a dovergli creare lo spazio per farlo tornare a segnare, cosa che a Firenze ha fatto poco, anche perché se arretra quasi a mezzala a prendere la palla gli avversari non gli risparmiano botte, soprattutto alle caviglie già provate. Insomma per tornare a giocare Prandelli deve innanzi tutto ridare libertà (non anarchia ben inteso) ai giocatori, da ruoli forzati (vedi Amrabat) o dalle troppe incombenze in campo. E questo è possibile solo se l'allenatore dà una qualità e identità di gioco.