IL VIAGGIO DELLA SPERANZA: ROCCO CON LA SQUADRA MA IL DUBBIO MONTELLA RESTA
Torino. Ad attendere Rocco Commisso fuori dallo stadio c’era un comodo van, pronto a riportare lui e la sua famiglia a Firenze. Il presidente però ha detto di no, non era evidentemente il caso di tornare in città lontano dalla squadra, alla luce della deludente prestazione (l’ennesima di questo tremendo 2019) che ha costretto la Fiorentina a lottare ufficialmente per non retrocedere dopo quindici giornate vissute tra pochi alti e tanti bassi: 16 punti in questa fase del campionato sono il peggior rendimento della Fiorentina dal ritorno in A: persino la micidiale accoppiata Mihajlovic-Delio Rossi aveva fatto meglio, con 17. Il patron ha scelto di viaggiare insieme a tutto il gruppo viola in treno, partendo dalla stazione di Torino Porta Nuova e rimanendo a stretto contatto con tutto il gruppo fino alle 22:04, orario dell’arrivo. Ma chi si aspettava un Rocco di nuovo consolatore e padre caritatevole rimarrà deluso.
MUTISMO E FRUSTRAZIONE - Nelle prime tre carrozze del Frecciarossa, tra salottini vip e business class, non è volata una mosca. A regnare sovrano nelle due ore e mezzo di viaggio è stato piuttosto il silenzio: bocche cucite, sguardo basso e un senso di frustrazione che si tagliava a fette. Nessuno, a pochi centimetri dal giro di boa, si aspettava che un gruppo nato tra l’entusiasmo di una nuova proprietà si sarebbe ridotto a lottare per non finire in Serie B. È stato proprio questo uno dei temi di discussione del viaggio che ha riportato la squadra a Firenze, visto che a bordo del treno è andato in scena il primo contatto dopo la partita tra Montella e Commisso, che al termine della sfida coi granata aveva preferito non rivolgersi subito ad allenatore e calciatori, tanta era la rabbia da sbollire. Nessuna parola di conforto però alla squadra: tutti i giocatori sono rimasti piegati sui propri cellulari stando sui social o ascoltando distrattamente la musica. Rocco ha fatto lo stesso, restano a colloquio fitto con Joe Barone.
MA IL DUBBIO RESTA - In un primo momento, oltretutto, il presidente non avrebbe dovuto prendere la parola davanti alla stampa a Torino, poi il senso del dovere ha avuto la meglio. Non che la presa di posizione di Commisso abbia aiutato a schiarire le idee in seno al club, anzi. Se infatti il diesse Pradè ha parlato apertis verbis di un “Montella confermato per le gare con Inter e Roma”, poco dopo il numero uno - a domanda speculare - ha risposto che il futuro del tecnico sarà valutato partita per partita, passo dopo passo: ovvero l’esatto contrario. La sensazione è che la Fiorentina voglia concludere il 2019 con l’Aeroplanino, anche a costo di andare incontro ad altri due ko. Solo e soltanto in questo caso, l’avvicendamento in panchina sarà inevitabile e la sosta di Natale (oltre ai primi giorni di mercato a gennaio) offriranno l’opportunità al club di fare la scelta adeguata sul tecnico che dovrà guidare fino a fine anno (e forse oltre) la squadra, portandola a un’agevole salvezza.