IL GIORNO DOPO
Salterà l'Inter, Amauri, e non la Roma. E' questa la prima certezza in casa viola, dopo la decisione della Lega. Avanti con l'Inter, nel lunch game di domenica alle 12:30, a seguire la Roma, all'Olimpico, mercoledì 25 aprile alle 15:00. Scelta arrivata ieri, quest'ultima, dopo un'assemblea di Lega convocata, per la verità, non con i migliori auspici. Quanto visto e vissuto, però, nell'ultimo week-end resterà (ci auguriamo) spartiacque per un calcio che oggi può anche mettere paura.
I fiumi di parole scorsi negli ultimi giorni lasciano il tempo che trovano, soprattutto di fronte al dolore e al silenzio che da oggi si farà ancora più intenso intorno alla sorella, e agli altri parenti, di Morosini. Ed è di certo da questo momento in poi, che l'aiuto e il sostegno si dovranno far sentire. Nel frattempo, pare che il mondo del calcio possa avviare qualche riflessione. Prendendo spunto dalla scelta, sensata e per questo non scontata in Lega, di fermarsi di fronte alla tragedia di sabato scorso.
Rendendosi conto, con il consueto (triste) bisogno di questo paese di accorgersi delle falle solo di fronte ai drammi, dei colpi sotto i quali sta cadendo il sempre più fragile mondo del pallone. La sicurezza dei calciatori, al di là dell'imponderabile, quella degli spettatori considerati ogni giorno di più l'ultima ruota del carro, la giustizia da applicare sui colpevoli del calcioscommesse, la spartizione equa delle risorse, la spettacolarizzazione attraverso nuovi impianti, più moderni, e la regolarizzazione di un calendario che rispetti le stagioni, sono solo gli ingranaggi di un meccanismo che non gira più.
Dai miliardi della Serie A ai campi dei dilettanti, ancora più esposti. Tanto che ha fatto quasi stupore che tutti i protagonisti di questo mondo ormai in bilico si trovassero d'accordo sul non giocare di fronte a una morte inspiegabile. Quasi che, come in altri casi, la scelta più logica ormai facesse notizia. Fermarsi per Morosini era quanto di più doveroso ci fosse da fare, ma non cambiare nulla sarebbe intollerabile.