I FONDI, LA SERIE A NEGLI USA E LA NORMA ANTI SL: LE BATTAGLIE VINTE DA COMMISSO IN DUE ANNI

06.06.2021 15:00 di  Andrea Giannattasio  Twitter:    vedi letture
I FONDI, LA SERIE A NEGLI USA E LA NORMA ANTI SL: LE BATTAGLIE VINTE DA COMMISSO IN DUE ANNI
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© foto di Daniele Buffa/Image Sport

Due anni di Rocco Commisso alla Fiorentina. Ventiquattro mesi in cui a farla da padrone è stato inevitabilmente il Covid, che ha ritardato (anzi in alcuni casi addirittura sconvolto) il piano di rilancio della squadra viola tanto auspicato dal numero uno di Mediacom. Eppure l’impegno economico profuso dalla proprietà italo americana è sotto gli occhi di tutti, con almeno 300 milioni di euro spesi tra quattro sessioni di mercato, un monte ingaggi che è tornato ad essere decisamente importante dopo anni di austerity sotto la gestione Della Valle e soprattutto il maxi investimento sul futuro Viola Park (oltre 80 milioni), la prima struttura di proprietà della storia del club. I risultati indubbiamente - per alcune scelte fatte sul piano tecnico, la mancanza di stabilità in panchina e l’assenza del pubblico sugli spalti - non hanno premiato gli sforzi di Commisso che allo stesso tempo in questi due anni, oltre a ritagliarsi uno spazio importante in Lega grazie agli uffici di Barone, ha potuto portare avanti svariate battaglie che in molti casi sono state vinte.

L’ultima in ordine di tempo è quella legata alla “Norma anti-Super Lega” che la Figc ha varato poco tempo fa, facendo sottoscrivere un impegno che obblighi tutte le società del nostro Paese a rispettare le norme in vigore senza valutare tentativi di secessione: “Devo essere rassicurato che una cosa così non accada mai più” aveva raccontato Commisso ad aprile ed in effetti i vertici del calcio devono averlo ascoltato. Ma come avvenuto di recente, sono state altre le occasioni in cui i suggerimenti del presidente viola sono riusciti a colpire nel vivo sulle questioni di attualità nel mondo del calcio. La cessione dei diritti tv a Dazn (alla quale la Fiorentina è sempre stata favorevole fin dal primo momento) ne è l’esempio più chiaro ma non minore importanza hanno rivestito la vendita dei diritti di trasmissione audiovisivi della Serie A alla CBS per 170 milioni di euro (dove un ruolo chiave lo ha recitato Commisso stesso) e la dura opposizione che il club ha fatto all’ingresso delle private equity (i cosiddetti “fondi”) nel calcio italiano.

A tutto questo si aggiunge l’uscita che a fine 2019 il presidente della Fiorentina fece a proposito dell’utilizzo del challenge nel Var (tema che la Fifa si è ripromessa di affrontare quanto prima). Tante battaglie vinte dunque, ma le sfide del numero uno viola non si sono ancora concluse. Tre infatti sono le questioni che restano in sospeso per migliorare il pallone nostrano e che Commisso ha sottolineato a più riprese non molo tempo fa: la prima è certamente legata all’annosa questione degli stadi di proprietà, i cui progetti in Italia finiscono sempre per essere osteggiati da una miriade di leggi capestro, mentre le altre riguardano l’introduzione di una salary cap che certifichi l'ammontare di denaro totale che ogni club può pagare per gli stipendi dei propri giocatori e soprattutto l’abbattimento dei costi per le commissioni agli agenti, tema sul quale la Fiorentina si è sempre dimostrata una delle società più trasparenti (come dimostrano i dati pubblici della Figc) pagando senza mai dilazionare le provvigioni ai manager con cui lavora. Saranno questi i successi di Commisso nel suo terzo anno di presidenza?