GENOVA, Scene di ordinaria follia

16.02.2009 00:00 di  Marco Conterio   vedi letture
GENOVA, Scene di ordinaria follia
FirenzeViola.it

Il sistema calcio è lo specchio della società. Senza falsi moralismi, senza ipocrisia. Meglio una sassata a un pullman e una monetina in testa a un giocatore che una scampagnata con gli amici o con la fidanzata. Meglio mettere a repentaglio l'incolumità altrui e la propria, a quanto pare, in questo dannatissimo sistema bacato. Perché quello che si è visto ieri a Marassi, è un qualcosa che ci auguravamo di non dover commentare più. Yespica e consorte di Bonazzoli aggredite, scene isteriche sul terreno di gioco, oggetti verso arbitri e Fiorentina, tifosi a ridosso della sala stampa e soprattutto quel tragico incidente che mette a repentaglio la vita di un uomo.

Non si tratta di un dito puntato verso Genova e la civiltà di una città splendida e pacata. Nè, tanto meno, di un "j'accuse" verso l'uno o l'altro protagonista di tali fatti. A questo, deo gratias, ci pensano questure e affini. E' un affresco rassegnato di un sistema che, da tempo immemore, si discosta sempre più dalla concezione decoubertiana del termine e vede troppe volte accostato a sè termini come "tragedia", "disordini" e affini.

Quella di Gabriele Amato, trentasette anni, è solo l'ultima di tante drammatiche vicende "allegate" al sistema calcio. Quello che dapprima fomenta e poi, sempre troppo tardi, cerca di stemperare. Quello che si porta dietro una lunga serie di incidenti e di lutti. Cose che, a pensare al vecchio stereotipo di "ventidue uomini in mutande dietro ad un pallone", fanno rabbrividire. L'augurio, sincero, è quello che Amato superi presto questo grave momento. Lo stesso augurio è per il sistema calcio, e per tutti quelli che gli gravitano o dicono di gravitargli attorno. E' solo un gioco. Appuntatevelo.