FIORENTINA, Ecco come cambia il gioco viola

07.07.2008 13:00 di  Matteo Magrini   vedi letture
FIORENTINA, Ecco come cambia il gioco viola
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Ormai ci siamo. Tra oggi e domani la Fiorentina sarà impegnata nelle visite mediche poi, giovedì e venerdì primi allenamenti a Firenze. Sabato mattina poi, partenza per Castelrotto, sede del ritiro viola e luogo nel quale comincerà a prendere forma la Fiorentina da Champions League. Il diesse Corvino in questo calciomercato ha compiuto un lavoro da fuoriclasse, riuscendo ad esaudire il più grande desiderio del suo allenatore Cesare Prandelli: arrivare ad oggi, giorno del raduno, con la rosa praticamente al completo. Pantaleo ha portato avanti le sue strategie, in sintonia con il tecnico, per portare a Firenze giocatori che fossero funzionali al nuovo progetto tattico del Mago di Orz: il 4-3-1-2. Ma cerchiamo di capire come cambierà il gioco viola.


Prima questione: non ci sarà più Fabio Liverani. Il regista, partito per Palermo, ha caratteristiche pressochè uniche nel panorama calcistico. Non ci sono in giro calciatori capaci di verticalizzare e di aprire il gioco con la stessa qualità dell'ex viola. Nelgi ultimi due anni i flussi della manovra viola partivano sempre e solo da lui, che ad ogni azione andava molto basso a prendere palla dai difensori, che quasi mai si prendevano la responsabilità di impostare. L'unico che aiutava Liverani nella creazione del gioco era Montolivo il quale, adesso, dovrà compiere il definitivo salto di qualità, a livello mentale, e prendere in mano la squadra. Ma il gioco cambierà molto. L'azione sarà, probabilmente, più lineare fino alla trequarti, dove agirà Jovetic; difficilmente vedremo verticalizzazioni lunghe, come quelle che spesso inventava Liverani.

 

Seconda questione: i terzini.  La palla, molto più spesso, sarà portata avanti dai laterali difensivi. Saranno loro i primi "registi" della squadra. In questa ottica si legge l'acquisto di Vargas: grande piede, grande facilità di calcio, capacità di coprire tutta la fascia. La squadra sarà leggermente sbilanciata verso sinistra, non a caso per il ruolo di terzino destro è arrivato Comotto, molto più difensivo del collega peruviano, anche se dotato di buonissime qualità anche in fase di spinta. Grande importanza per gli esterni difensivi, dunque. Negli ultimi due anni, la presenza di Adrian Mutu, che spesso partiva largo sulla sinistra, ha impedito al terzino mancino di spingere fino in fondo. Quest'anno invece, con il fuoriclasse rumeno che partià accanto alla prima punta, la fascia sarà libera, e diventerà il fulcro, insieme a Jovetic, del gioco viola. Sarà dalle due corsie esterne che la Fiorentina cercherà di sfondare le difese avversarie, con un appoggio importantissimo sulla trequarti: proprio Jovetic.

 

Terza questione:  e quì arriviamo alla grande novità della Fiorentina da Champions. Il trequartista. Anche gli ultimi Europei hanno dimostrato come sia sempre più difficile per una difesa, andare a controllare un uomo che gioca tra le linee. La Russia faceva giostrare in quella zona Arshavin, la Germania Schweinsteiger, la Spagna, in finale, ha giocato con Fabregas alle spalle di Torres, ed è stata micidiale. E' sempre un problema marcare un trequartista: si deve "alzare un difensore, o "abbassare un centrocampista"? Dipende dalle situazioni, ed è per questo che spesso le squadre vanno in confusione. Jovetic dunque, se dimostrerà di essere quel campioncino che tutti vedono in lui, sarà un'arma micidiale per il gioco viola. Sarà lui a dover trovare l'ultimo passaggio - l'anno scorso spesso era compito di Liverani, che però giocava troppo lontano dall'area avversaria - lui dovrà prendere palla tra le linee e puntare le difese avversarie che, e quì sta il genio di Prandelli, avranno i due difensori centrali sempre occupati dalle due punte viola e quindi, molto spesso, sarà un mediano avversario a "cercare" il montenegrino, con il risultato che la Fiorentina spesso guadagnerà un uomo a centrocampo.

 

Una Fiorentina dunque, che sempre di più cercherà il gioco con palla a terra, difficilmente vedremo lanci lunghi. L'anno scorso, spesso, si cercava Pazzini per la spizzata, quest'anno sarà una giocata più rara. Gilardino di testa non è forte come il Pazzo; è bravissimo però a ricevere palla sui piedi e a difenderla. Cambiano, dunque, i viola di Prandelli: grande spinta dei terzini, centrocampo più alto, non essendoci Liverani che prende palla dai centrali. Melo è un giocatore diverso, di grande potenza, il suo è un gioco più lineare rispetto a quello dell'ex numero 11 viola, ma che garantisce più quantità, più "peso", più goal e, comunque, una buonissima qualità. Insomma, tanti cambiamenti, con l'attenzione principale di Cesare Prandelli, probabilmente, concentrata su Stevan Jovetic. Sarà lui il vertice alto del rombo, sarà lui la chiave per aprire le difese avversarie.

 

Si parte, dunque. Da sabato il Mago di Orz lavorerà ogni giorno per plasmare la sua nuova creatura. Monterà, smonterà, valuterà. Tutto, ben sapendo che mai ha avuto una squadra di tale spessore e che quindi, non può sbagliare. Noi ci fidiamo di lui, ad occhi chiusi. Cesare è un grande allenatore e, ora che ha tra le mani una rosa altamente competitiva, siamo sicuri, saprà fare ancora di più la differenza. Per far sognare una città intera.