FIORE-JUVE, I racconti di Antonio e Federico

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05.12.2014 09:00 di  Redazione FV  Twitter:    vedi letture
FIORE-JUVE, I racconti di Antonio e Federico
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© foto di Federico De Luca

Il racconto di Antonio Rufignani: "Anche io non posso che parlare di quella che è stata la partita del 4-2. Quel giorno fui impossibilitato a recarmi allo stadio. Decisi perció di vederla in una birreria con qualche amico e la mia ragazza di Udine (quindi bianconera sotto sotto). Sullo 0-2 sconforto generale e lacrime agli occhi, col telefono che impazziva di messaggi da conoscenti gobbi. A quel punto viene emessa la sentenza. La "mi donna" porta male. In quattro e quattr'otto fu votata all'unanimità la sua espulsione dalla birreria (io in primis votai a favore della mozione in quanto ci sono cose che vengono prima di ogni sentimento interpersonale). Inutile dire che appena lei varca la soglia della porta della birreria, Rossi accorcia le distanze. Il resto è storia che conoscete, le lacrime che da disperazione si trasformano in gioia, la mia ragazza bandita per sempre da qualsiasi incontro della Viola e i gobbi a casa. Quello che non sapevo, e che avrei scoperto poco dopo grazie alla telefonata di mia madre, è che nel frattempo mio padre era stato investito da una macchina sul 3-2 di Joaquin, durante la sua corsa di gioia fuori dal suo negozio. Memorabile la risposta di mia madre che, alla mia domanda "Ma come sta?" Disse "Sì, bene, s'è alzato, ha guardato la signora alla guida e ha urlato: JOOOOOOAAAAAAAQUIIIIIIIINNNN". 

Il racconto di Federico Malandrucco, presidente del Viola Club Gruppo Ciociaro: "Volevo raccontarvi le mie emozioni per questa partita, non una qualunque, il nostro derby insomma. Senza dilungarmi troppo sulle mie vicende personali da tifoso vulcanico ciociaro (ho solo 26 anni e dal 1995/96 frequento il Franchi quasi tutte le domeniche), voglio citare una partita in particolare che non è quella emozionante ed incredibile dello scorso campionato. Era il 13 Dicembre 1998, campionato 1998/99, un sabato di scuola per me. La mattina il pensiero era solo uno: vincere!!! A Ceccano, il mio paese, ero circondato da tutti i gobbi in classe i quali mi lanciavano già frecciatine che io intelligentemente ignoravo. La partita era in programma alle ore 20.30 e mio padre, allora presidente del club, noleggiò un pullmino seguito da un paio di macchine. Insieme a lui, io e mio fratello Giovanni eravamo abbonati in tribuna laterale lato fiesole. In autostrada ero tesissimo, sapevo il valore della partita e non solo. La Fiorentina era al comando della classifica per cui vincere sarebbe stato immenso. Arrivati a Firenze il clima era pazzesco, da brividi ed entrati allo stadio infatti la coreografia colorò l'intero stadio di viola, con le bandierine sventolate da tutti noi. La partite era molto tattica e ricordo un Edmundo ispiratissimo che puntualmente metteva in crisi la retroguardia bianconera. Mentre scrivo sono commosso devo dire perchè ricordo benissimo come aspettavamo la zampata vincente di qualcuno lì davanti. Dopo più tante occasioni da gol inizia il secondo tempo e verso la metà viene pescato Lulù Oliveira sulla fascia sinistra, il quale si sposta, alza la testa e lancia in avanti trovando Bati che rubando il tempo a due difensori trafisse Peruzzi con un colpo di testa. Il Franchi esplose di gioia ed io impazzii letteralmente che solo a raccontarlo mi viene la pelle d'oca! A fine partita una festa stupenda che forse definirei la più bella da vent'anni a questa parte. Si avvicina mio padre,il quale esclama a bassa voce all'orecchio "Bimbo,quest'anno è scudetto!". I sogni svanirono un paio di mesi dopo con l'infortunio di Bati e i "capricci" di Edmundo ma l'emozione che mi ha dato la viola quella sera è indimenticabile. Quel bambino che sognava lo scudetto, ripeto ancora, non smette di credere che questo sogno diventi realtà e se così non sarà porterà sempre con se questo segno distintivo che lo contraddistingue: tifare Fiorentina non è cosa comune, è qualcosa di immenso, una passione infinita".